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Napoli-Spartak 2-3, pagelle / Mario Rui e la ciucciaria. Zielinski e lo spreco del talento

Come direbbe Catalano, meglio perdere in Europa che in campionato. Nel post partita è sembrato confuso anche Spalletti. Malcuit come il pastore errante di leopardiana memoria

Napoli-Spartak 2-3, pagelle / Mario Rui e la ciucciaria. Zielinski e lo spreco del talento
Napoli 30/09/2021 - Europa League / Napoli-Spartak Mosca / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Piotr Zielinski

Le pagelle di Napoli-Spartak 2-3 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Che ciorta benedetto ragazzo. Ritorna, ne prende tre e praticamente non fa altre parate. I soliti dolori del giovane Meret – 6

Una tribolazione, più che una partita. Non ha colpe su nessuno dei tre gol – 6

DI LORENZO. Il migliore, se così possiamo dire, fino all’apparizione di Victor Victoria. L’Euroappuntato ha un incipit finalmente aggressivo, indi – dopo che Marittiello menoma il russo e noi – è l’unico difensore che pugna tosto con talune deviazioni salvifiche. E fa anche l’assist per l’effimero due a tre – 6,5

Va fortissimo, evita più volte le incursioni dei russi, bellissima quella palla per Osimhen. Alla fine cala ed inizia a sbagliare qualcosa, ma non si può certo pretendere che faccia tutto lui – 6,5

MANOLAS. Dapprima sventaglia in angolo un paio di palle con qualche brivido di troppo, poi quando i moscoviti emulano il loro caro Spartacus, l’Ellenico sa solo opporre una sofferenza molle – 5

Tanti errori anche prima dell’espulsione di Mario Rui, non a caso Spalletti lo richiama più volte in malo modo. Avrebbe potuto dimostrare di più al rientro da titolare, invece è stato debole, quasi spaesato, debole psicologicamente. Ha provato a riprendersi con il gol di testa, peccato sia stato invalidato – 5

KOULIBALY. Il virus della mollezza contagia persino lui. Certo la fatica in dieci è notevole ma Kalidou sembra un don Chisciotte contro i mulini a vento. Tre gol sono davvero tanti – 5

Sulla deviazione è stato sfortunato, ma l’impressione è quella che dici tu. Ad un certo punto i russi arrivavano da tutte le parti, è caduto pure lui – 5

MARIO RUI. La ciucciaria è tornata a impossessarsi di Marittiello. Prima o poi, Ilaria, doveva accadere – 4

L’Ovomaltina di cui parla Trapani ha esaurito il suo effetto. Pensavamo fosse calcio, invece era Mario Rui – 4

ELMAS. Gol velocissimo dopo 12 secondi e 96 centesimi. Un abbrivio magnifico per il Macedone, prologo illusorio di una goleada immaginaria. Poi succede quello che succede ed Elmas sgobba parecchio senza però brillare – 6

Fino al rosso di Mario Rui fa tutto bene, come gli altri, del resto. Poi è costretto a sacrificarsi – 6,5

OUNAS dall’81’. E’ suo lo spunto primigenio del due a tre – 6

Bella l’intesa con Di Lorenzo (c’è qualcuno con cui Di Lorenzo non va d’accordo, in campo?) – 6

FABIAN RUIZ. Orfano di Frank, fa circolare la pelota in modo scialbo. La routine più che la fantasia – 5

Hai detto tutto tu – 5

ZIELINSKI. Si vede pochissimo e quando poi potrebbe fare il due a zero – eravamo già in dieci – sparacchia un tiro indecente per il suo talento – 4,5

Prendi il talento e buttalo via, come se fosse un di più, qualcosa di cui liberarsi. Ecco Zielinski. Perché non si può fallire un gol come quello lanciandola alle stelle. Mi fa arrabbiare più di chiunque altro: la classe non si spreca così. Si viene puniti a farlo troppo spesso – 4,5

ANGUISSA dal 45’. Inocula il solito vigore in un Napule all’improvviso pallido. Uno sforzo inutile, purtroppo – 6

E’ Anguissa, non Mandrake – 5,5

POLITANO. Che vogliamo dirgli, Ilaria? Il povero Na-Politano deve fare il terzino e l’attaccante e Moses lo imbambolea nell’azione del pari moscovita. Resistere così fino al 73’ già è tanto – 6

Quando si abbassa tanto Politano perde qualcosa, è inevitabile – 6

LOZANO dal 73’. L’hombre vertical ci prova ma appena parte i russi lo stendono – 6

Senza voto

PETAGNA. Lo spallettismo me lo ha fatto rivalutare, Ilaria, e non sarà questa sconfitta a farmi cambiare idea. Certo poteva sfruttare meglio alcune occasioni ma si muove tanto e bene sulla trequarti e anche più dietro – 6

Troppo lento e farraginoso. Petagnone mi è molto simpatico e spero davvero possa fare cose buone e rivalutare la sua posizione, ma ieri non ha inciso in tal senso – 5

OSIMHEN. Provoca un’espulsione e segna ancora. Potevamo chiedergli di più? – 7

No. E fa impazzire anche Caufriez – 7

INSIGNE. E’ lui il sacrificato quando Marittiello impazzisce. Fino a quel momento appare ispirato e concreto – 6

Esce dal campo e ti accorgi di come sia cambiato: nessuna smorfia, anzi. Prima di andare via, tutto ciò a cui pensa è ad esortare la squadra a non mollare. Con lui in campo, Fabrizio, probabilmente l’avremmo portata a casa. Lorenzo è cresciuto, è una buona notizia. Il voto è per questo – 6,5

MALCUIT dal 41’. Come il pastore errante di leopardiana memoria. Un pastore, appunto – 4,5

Non ci capisce molto lui e non fa capire molto a noi. Non ho capito perché Juan Jesus non lo mettiamo mai – 4,5

SPALLETTI. Voglio fare come Catalano buonanima, Ilaria: a questo punto meglio perdere in Europa che nel campionato. Detto questo, ricordiamoci che ci sono ancora dodici punti in palio per qualificarci. Il Mago Pelato sperimenta invano varie alchimie per pareggiare almeno. Non ci riesce ed è la prima volta nelle partite che contano. A dire il vero, di stasera mi preoccupa la mollezza manifestata sull’uno a tre. Quanto al resto, aspettiamo Firenze domenica prossima, vediamo se prevale una sana rabbia su una timorosa depressione – 6

Nel post partita è sembrato confuso. Probabilmente neppure lui si aspettava che la squadra non tenesse psicologicamente, dopo quello a cui ci aveva abituati in questo inizio di campionato. La sperimentazione mi è piaciuta, ha mostrato di avere tante soluzioni da utilizzare. Ma il problema sono sempre gli uomini: Zielinski può avere il carattere di Insigne? Malcuit, può essere un baluardo della difesa? – 6

ARBITRO KRUZLIAK (SLOVACCHIA). Da buon slovacco dovrebbe detestare gli ex padroni russi, invece è parecchio indulgente con loro. Non solo: dirige una partita durata ben 110’ minuti, un record – 4

Ho finito i santi. E le parole – 3

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