Questo Napoli sembra proprio il luogo dove Spalletti può mettere a frutto tutto quello per cui ha studiato. Fa risorgere persino Mertens. Insigne segna un golazo di istinto luccicante come un gioiello
Le pagelle di Napoli-Legia Varsavia 3-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Ornato di bianco, Ilaria, il giovane Meret torna come un giglio immacolato e tale resta sino alla fine, a guardia di una porta mai violata. In un’occasione c’è l’aiuto di San Palo, ma lui era lì pronto a deviare – 6
Del Legia avevo una gran paura, lo ammetto, perciò quel controllo maldestro e fortunoso a inizio gara mi ha un po’ preoccupata. Per fortuna, dopo, Alex non è mai stato impegnato – sv
DI LORENZO. Stasera la pelota viaggia in una sola direzione e l’Euroappuntato diventa un esterno vicario d’attacco. La sponda con la cabeza all’ora esatta di gioco attraversa tutto lo specchio della porta, invano – 6,5
Visto che non aveva molto da fare in difesa, dove comunque è sempre stato attento, si è proposto parecchio nelle sovrapposizioni. La cosa che colpisce è che Di Lorenzo non ha saltato nemmeno un minuto di gioco, tra Napoli e Nazionale, ma continua a macinare campo e a non demeritare – 6,5
MANOLAS. Non che i polacchi osino tantissimo, anzi, ma l’Ellenico non si fa scappare nessuno. Peccato per l’infortunio – 6
Il Legia non lo manda in confusione, visto che non pressa forsennatamente, e si vede la differenza: riesce a ragionare con calma, senza ansia, e a fare la scelta migliore, come quella dell’azione che gli ha causato l’infortunio. Sì, è un vero peccato, gli serviva un po’ di morale – 6
PETAGNA dal 72’. Bello ribadire che con gli occhiali dello spallettismo anche la visione di Petagnone cambia. E in venti minuti va due volte al tiro – 6
E ci va sia col sinistro che col destro, peccato che non entri né in un modo né nell’altro – 6
KOULIBALY. Poco prima del due a zero, il Comandante fa un anticipo salvifico. Che gli vogliamo dire, Ilaria? – 7
Se pure i polacchi volessero provare a ripartire, c’è lui che spegne sul nascere qualsiasi loro velleità. E’ sempre avanti, per stoppare a prescindere qualsiasi tentativo di incursione. E’ una forza della natura, questo gli vogliamo dire, oltre che ringraziarlo perché c’è, sempre, con la testa e con il corpo e questo trasmette segnali importanti anche ai compagni di reparto – 7
JUAN JESUS. Si vede pochissimo, come se fosse frenato. Impossibile giudicarlo – senza voto
Sul taccuino ho annotato: lento, macchinoso, fuori contesto. In realtà non so nemmeno io se sia andato malissimo. Era la prima, diamogli tempo. Però ora capisco perché Spalletti impieghi di più Mario Rui: Juan deve ancora farsi un po’ le ossa. La nota positiva è che ha retto 95 minuti, quella negativa è il cartellino giallo beccato al primo colpo. Il voto è di incoraggiamento – 6
ANGUISSA. Stasera è il sindaco del centro, ma non in senso mastelliano – 6,5
Se il Legia non riesce a fare molto, il merito è soprattutto suo. Meno brillante delle altre volte, forse si spende meno, e a ragione, in attesa della Roma, ma il fisico non lo puoi certo frenare fino in fondo con la mente, quando è così straripante – 6,5
FABIAN RUIZ dal 57’. La nostra Aquila ispanica è una delle mosse del mago in panca per aumentare ancora di più la velocità della palla e asfissiare il Legia – 6
Vedi che sta per entrare Fabian e pensi: no, mo si rallenta tutto il gioco e andiamo in confusione. Invece è successo il contrario, ha iniziato a smistare un sacco di palle, con una precisione geometrica. Se il ritmo è cambiato è stato anche grazie a lui – 6,5
DEMME. Il nostro geometra calabro-teutonico incarna stasera il metodista perfetto e al rientro regge per tutti e novanta i minuti. Anche lui partecipa al tiro a segno: al 52’ spara un gran bel tiro fuori di poco – 6,5
Dà equilibrio alla squadra, che è quello che è chiamato a fare. Qualche imprecisione, ma dopo tanto tempo fuori dal campo ci sta. E anche per lui, come per Juan Jesus, il segnale incoraggiante è che regge tutta la partita – 6
ELMAS. Movimentismo puro quello del Macedone. A volta sembra che giri a vuoto, in realtà la sua è una ricerca continua senza sosta, del compagno o del pallone. Ed è prezioso e svelto nel camaleontismo tattico di Spalletti – 6,5
Elmas è talmente abituato a non avere un ruolo, che asseconda alla perfezione il trasformismo di Spalletti in campo. Sembra correre senza senso, a volte, hai ragione, invece ha un suo percorso mentale, proficuo. Mi fa curiosità, Elmas – 6
LOZANO. Il pipelet del Legia per 75’ minuti è imbattibile e lo è anche su quel tiro di El Tav servito dal redivivo Ciro. Commette qualche sciocchezza dietro ma la sua prova è più che positiva – 6,5
Mi è sembrato troppo concentrato a fare gol e questo non mi è piaciuto troppo. Insomma, l’ho trovato meno lucido del solito, anche se sempre dinamico – 6
OSIMHEN dal 57’. L’avvento di Victor Victoria è come un’apparizione mariana o un miracolo biblico. Le acque si aprono e il Napule passa per ben tre volte in venti minuti. Di gol, Sua Divinità Osimhen, ne fa due. Uno è buono, l’altro no. Entrambi belli, in ogni caso – 7,5
L’atmosfera cambia già quando lo vedi a bordo campo che si prepara. Tutto intorno si spande una luce azzurro polvere, con un leggero contorno sfumato oro, tipo i colori della maglietta che indossava la squadra ieri. Il soprannaturale si impossessa di tifosi, giocatori e spettatori a casa. Sai che qualcosa, per forza, succederà. E infatti succede: sfonda tutti i principi della fisica trasformando la materia in bellezza e felicità, distruggendo l’opposizione di chiunque tenti di fermare il miracolo. E col sorriso sulle labbra. Le mani in testa per la magia di Insigne, poi, dicono tutto di quanto è puro dentro. Ah Fabrizio, che meraviglia avere un giocatore così – 8
MERTENS. Lo spallettismo ha fatto risorgere anche Ciro. Gioca la bellezza di 72’ minuti, vanta due palle gol (magnifica quella girata al volo al 21’) e sovente fa il regista offensivo. Non è più l’ex giocatore della passata stagione, deo gratias. Come si dice in politica, Ilaria, può essere un decisivo valore aggiunto, molto aggiunto – 6,5
E’ tornato, anche se con qualche anno in più sulle spalle. Quei 72 minuti, Fabrizio, sono benedetti, anche perché, come ha detto lui nel post partita, ha dato veramente tutto. Niente più mani sui fianchi in quell’atteggiamento che tanto ci faceva imbestialire, mai. Ci ha provato tantissimo e si è anche sacrificato in copertura. Bellissimo vedere di nuovo l’intesa con Insigne, come se non fosse passato nemmeno un giorno senza giocare insieme in campo – 6,5
POLITANO dal 72’. L’assist per il gol del Capitano e poi il terzo sigillo sulla vittoria. Non c’è nulla da fare: quando Na-Politano entra a partita in corso è esplosivo – 7,5
Cercami come Politano cerca Insigne sull’azione del gol – 7
INSIGNE. Comincia subito con le bollicine e non si ferma più. A essere ubriacati sono però i polacchi. Il Capitano accende la lucina verde al suo talento e alla sua maturità dopo l’errore fatale di domenica ed è il signore assoluto della pelota, soprattutto da rifinitore. Indi al 75’, fa un golazo di istinto luccicante come un gioiello. Chapeau – 8
Più che gol un’opera d’arte. Da rivedere in loop più e più volte. Il capitano, ieri, è stato perfetto, e non solo per quello – 8
RRAHMANI dall’81’. Senza voto
Senza voto
SPALLETTI. Il suo Napule è sempre più multiforme: una squadra capace di ammazzare la partita nei primi venti minuti oppure di prendersela negli ultimi venti, come domenica e come stasera. Le qualità del mago in panca sono tantissime ma giova ricordare che la sua duttilità tattica è l’esatto contrario del dogmatismo populista. Insomma, Spalletti è un gradualista di grande talento – 8
Spalletti il risolutore. Cambia modulo due volte a partita in corso, senza creare alcun tipo di perturbazione nei suoi, anzi, il tutto avviene con tale naturalezza che capisci quanto lavoro ci sia dietro in allenamento, quanta inventiva, fantasia, lungimiranza, quanta competenza. Tutto quello che tocca luccica, legge le partite come nessun altro fa. Questo Napoli sembra proprio il suo mondo, un luogo dove mettere a frutto tutto quello che ha dentro, per cui ha studiato, tutto quello che ha anche solo immaginato. E’ una meraviglia che riempie gli occhi – 10
ARBITRO DEL CERRO GRANDE (SPAGNA). Classico arbitro che per fischiare un rigore vuole vedere scorrere il sangue – 4
Lo spallettismo ha fatto risorgere anche Ciro. Insigne è il signore