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Moggi: “Durante Calciopoli ho pensato al suicidio, anche gli altri parlavano con gli arbitri”

L’ex dirigente di Napoli e Juve: “Avevo vergogna pure a passeggiare per le strade: era come se mi fosse caduta addosso non una tegola, ma un’intera casa”

Moggi: “Durante Calciopoli ho pensato al suicidio, anche gli altri parlavano con gli arbitri”
Gc Milano 04/03/2011 - trasmissione TV Chiambretti Night / foto Giuseppe Celeste/Image nella foto: Luciano Moggi

Luciano Moggi, ex dirigente di Napoli e Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante il documentario di Netflix “The dark side of the sport”.

Se abbiamo vinto sette campionati, che credo sia una cosa importante, evidentemente i giocatori che abbiamo comprato, da Zidane a Nedved e Cannavaro erano quelli giusti. Noi non abbiamo mai chiesto a nessuno di vincere la partita. La vincevamo con le nostre forze. Poi è come se fossi stato in cima a un albero e tutti fossero pronti da sotto a sparare. Quella squadra era il mio capolavoro e in quel momento lì ho pensato a tante cose: è importante che lo dica, anche al suicidio. Avevo vergogna pure a passeggiare per le strade: era come se mi fosse caduta addosso non una tegola, ma un’intera casa.

Io parlavo con i designatori, ma parlavo come parlavano tutti, cercavamo di tutelarci. Non è vero che era il sistema Moggi a condizionare il calcio, ma il sistema generale. Anche le altre squadre parlavano con gli arbitri e il designatore, ma questo è stato tolto completamente dalla circolazione da parte dei P.M. ed è venuto fuori solo il piccolo pezzo dei 360°: quello della Juventus.

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