Al Corriere della Sera: «Mi sono sentita più volte dire: “Ma alla tua età fai ancora televisione?”. Nessuno oserebbe dirlo a Piero Angela»
Il Corriere della Sera intervista Licia Colò. Ha condotto per anni, sulla Rai, ‘Alle falde del Kilimangiaro’, ‘Geo&Geo’, ‘King Kong’, ‘Il pianeta delle meraviglie’. Dal 2019 è passata a La7, con il programma ‘Eden – Un pianeta
da salvare”.
Racconta di sentirsi discriminata, come donna.
«Se devo dirla tutta io come donna mi sento discriminata ancora oggi. Perché se io vado a fare un reportage in alta quota e, com’è comprensibile, appaio in video con i capelli scompigliati, puntualmente il giorno dopo mi arriva una pioggia di critiche. Nessuno però muove mai gli stessi rilievi, per dire, a Mario Tozzi».
Continua:
«Diciamo che vedere una donna con i capelli in disordine è inusuale in una televisione come la nostra. Così avviene che se un collega spiega un fenomeno naturale ci si concentra sulle sue parole a me, invece, scrivono: “ma perché non si pettina”?».
E non è solo questo a darle fastidio.
«Poi c’è un’altra cosa. Mi sono sentita più volte dire: “Ma alla tua età fai ancora televisione?”. Bene, nessuno oserebbe dirlo a, poniamo, un Piero Angela. Doverosa precisazione: per me Angela è un maestro, mi sono ispirata tanto a lui e al suo modo di divulgare i temi della natura».
Anche se sembra sempre serena, dice di aver passato tanti momenti neri. E racconta l’esperienza con il cancro.
«Non l’ho mai detto pubblicamente ma io ho avuto un cancro alla tiroide. Ora sto bene. L’ho scoperto, mi sono preoccupata, mi sono curata, mi controllo costantemente. Cerco di prendere così le cose, perché farne un caso nazionale?».
Una volta, però, si è spaventata davvero, in Sardegna.
«Ero lì per lavoro in un piccolo paese. Cammino per strada e vedo un cane chiuso in un’auto, al sole con quaranta gradi. Entro in un bar vicino e chiedo “di chi è quella macchina?”. Un energumeno mi viene davanti e comincia a insultarmi pesantemente. “Fatti i fatti tuoi” è la frase più gentile. Minaccia. Sudo, ma non mollo. Gentilmente lo invito ad avvicinarsi alla macchina, volevo constatare che il finestrino fosse davvero aperto come lui diceva. In effetti, lo era. Ficco la testa nell’auto, lui fa la stessa cosa dall’altra parte. Ci ritroviamo quasi muso contro muso, io non arretro di un millimetro. Solo molti giorni dopo mi sono resa conto che poteva finire male, molto male».
Ha una figlia di sedici anni, Liala. Parla degli adolescenti di oggi.
«Questa generazione è molto più competitiva. Ai ragazzi si richiede moltissimo: competenze, saperi, elasticità mentale. Non c’è paragone con l’adolescenza dei loro genitori. Qualche volta mi chiedo come facciano a reggere tanta fatica».