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Koulibaly: “Mi piacerebbe incontrare chi mi insulta per capire il perché di tutto questo”

Il difensore del Napoli in conferenza: “Il Legia Varsavia è una squadra esperta, se sono al primo posto nel girone vuol dire che lo meritano”

Koulibaly: “Mi piacerebbe incontrare chi mi insulta per capire il perché di tutto questo”
foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly-Lorenzo Insigne

Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli, ha presentato la sfida in Europa League col Legia Varsavia in conferenza stampa.

Il Legia Varsavia è una squadra esperta, se sono al primo posto nel girone vuol dire che lo meritano. Domani verranno con la stessa intenzione delle uscite precedenti: ci aspetteranno per poi ripartire, ma dobbiamo fare gol il prima possibile. Con la tranquillità e la solidità che abbiamo dietro potremo vincere ed è necessario farlo.

In campionato avete preso 3 gol in 8 partite, in Europa invece sono 5 in due gare. Qual è la differenza?

Non saprei, dobbiamo ancora trovare una soluzione. È vero che in Europa abbiamo subito troppo, mi dà fastidio perché abbiamo tanti ottimi calciatori. È una questione di testa, perché alla fine sappiamo che con i fenomeni che ci ritroviamo davanti possiamo segnare in ogni momento. Se difendiamo bene, poi vinciamo sicuro perché gli attaccanti fanno gol. Non mi preoccupo troppo perché so che abbiamo i giocatori per far bene e spero che ritroveremo presto questa solidità, magari già da domani.

Ti consideri un comandante?

È un soprannome del mister, mi fa piacere ma siamo tutti importanti e la cosa che conta ancor di più è che diamo il 100% per il Napoli. Spalletti mi chiede di motivare la squadra e lo faccio, anche perché sono qui da tanti anni. Dobbiamo dare tutti qualcosa di positivo per vincere le partite, l’atmosfera è serena nello spogliatoio perché stiamo avendo ottimi risultati e si vede sul campo. Ciò non toglie la serietà che mettiamo nel lavoro, dobbiamo continuare così ed essere pronti all’inizio della partita di domani.

Spalletti parla sempre benissimo di te, dice che ci vorrebbe un po’ di Koulibaly in ogni giocatore. Ti chiama 3K, ti piace questo soprannome? Pensi che sia il gruppo più forte da quando sei qui?

Sì, è uno dei gruppi più forti in cui abbia mai giocato, l’anno scorso abbiamo avuto tanti problemi di infortuni, Spalletti ci ha detto subito che siamo un gruppo di campioni ma dobbiamo dimostrarlo sul campo. Noi vogliamo vincere le partite, ragionando una gara per volta, e avevo ragione quando dicevo che questa formazione è una delle migliori in cui sia mai stato. Dobbiamo però essere consapevoli che ora vorranno batterci tutti, quindi rimaniamo con i piedi per terra per correggere ciò che sbagliamo per andare sempre più un alto. K2 mi piace, anche 3K, ma conta che vinca il Napoli. Il resto sono cose da spogliatoio.

Da quando sono arrivato tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, mi considero molto fortunato ad essere in Italia. Per un difensore la Serie A è la scuola tattica migliore, questo mi ha portato ad essere il giocatore che sono, insieme alle esperienze in Francia, Belgio e con il Senegal.

Potrai arrivare fino in fondo in Coppa d’Africa insieme ad Anguissa e Osimhen: quant’è importante arrivare primi nel girone per evitare gli spareggi?

La cosa più importante è qualificarci, poi faremo ovviamente di tutto per essere primi ma non dobbiamo pensare già a dopo la Coppa d’Africa. Pensiamo a vincere tutte le partite ora e qualificarci il prima possibile, poi ragioneremo più avanti.

Hai superato l’amarezza di Firenze? Ti aspettavi provvedimenti più forti?

L’ho superata perché sono circondato da ottimi compagni e amici poi mi hanno mandato tanti messaggi d’affetto. Io non ho dormito per due notti, ho pensato anche di aver sbagliato io per come ho reagito. Mi dispiace tanto, mi hanno chiamato molte persone da Firenze per perdonare questa persona e incontrarlo, per me non ci sarebbe problema, anche per capire cosa gli sia passato per la testa. Io vado avanti in questa lotta al razzismo e spero che potremmo migliorare ancora.

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