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Iraola, il profeta del lancio lungo: «Guarda il centravanti. Se è libero gliela devi dare, punto»

Al Pais il tecnico del Rayo Vallecano: “Oggi lo considerano come liberarsi della palla, ma non è così. Non si può giocare sempre con l’uscita dal basso”

Iraola, il profeta del lancio lungo: «Guarda il centravanti. Se è libero gliela devi dare, punto»

Il Rayo Vallecano è una delle squadre più divertenti del campionato spagnolo. El Pais ha intervistato il suo tecnico, Andoni Iraola Sagarna, che a 39 anni è anche l’allenatore più giovane della Liga. Uno che dice “se avessi capito il gioco a 18 anni, che giocatore sarei diventato”. Ma soprattutto uno che va totalmente controcorrente: il Rayo è la squadra che usa il lancio lungo come uno schema di gioco, e lo usa più di tutte le altre squadre spagnole. Altro che costruzione dal basso. Per Iraola vale un principio: “non si può giocare sempre allo stesso modo, bisogna adattarsi continuamente”.

E spiega:

“Mi piacerebbe giocare sempre allo stesso modo, ma non siamo abbastanza bravi per farlo. Se l’avversario ci dà la possibilità di uscire con il pallone, partiamo dal basso. Ma abbiamo bisogno di qualcos’altro. Devi valutare attentamente fino a che punto puoi rischiare e in quali scenari può essere redditizio. La chiave del mistero è questa. Oggi il passaggio lungo è inteso come liberarsi della palla. Tuttavia per guadagnare profondità, non c’è soluzione migliore. Se anche gli avversari recuperano la palla, devono comunque iniziare l’attacco da molto lontano. A me sembrano passaggi molto buoni. Qual è la prima cosa che devi fare quando recuperi la palla? Guarda il tuo centravanti, che è quello più vicino alla porta avversaria. Se è ben marcato coperto, guardi le sue ali, e se anche le ali sono coperte, allora dobbiamo cercare un altro passaggio di sicurezza. A volte non c’è altra scelta. Ma a volte è il peggiore dei passaggi”.

Iraola dice di usare “un 4-4-2 con un sei, un otto, un dieci e un nove in mezzo, sfalsati in diversi livelli”. E sottolinea il ruolo chiave del terzino:

Una volta si diceva che chi è bravo è bravo, chi non è bravo fa il terzino destro. Oggi la maggior parte dei terzini d’élite vengono da esperienze fatte in ruoli più offensivi. C’è bisogno di un buon esterno per uscire dal pressing e far partire il gioco”.

 

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