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Infantino: «Oggi i Mondiali non sono equi, i sudamericani arrivano più stanchi»

Il presidente della Fifa: «Viaggiano sette volte di più per le qualificazioni. Col Mondiale ogni due anni non accadrebbe. Dal 2002 il Brasile non vince uno scontro diretto con un’europea»

Infantino: «Oggi i Mondiali non sono equi, i sudamericani arrivano più stanchi»
Db Bari 01/09/2016 - amichevole / Italia-Francia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Infantino-Pierluigi Collina

Il presidente della Fifa Gianni Infantino è tornato a parlare del Mondiale ogni due anni. Lo ha fatto da Caracas, in Venezuela.

Il presidente della Fifa è il presidente di 111 Paesi e ciascuno di loro ha il diritto di sognare. Ma il sogno deve avere una possibilità di avverarsi altrimenti finiamo col sognare per l’eternità. Il Venezuela non ha mai partecipato a un Mondiale e difficilmente lo farebbe con l’attuale formula.

Infantino vuole un Mondiale ogni due anni a 48 squadre. Ha detto che una decisione sarà presa a fine anno.

Quando si stabilì che i Mondiali si sarebbero svolti ogni quattro anni, circa 100 anni fa, la Fifa contava 40 nazioni. Oggi 111. Il prestigio di una competizione non dipende dalla sua frequenza. Altrimenti organizzeremmo un Mondiale ogni 40 anni. Il prestigio dipende dalla qualità della competizione.

Infantino ha spiegato che la riforma consentirebbe ai giocatori di arrivare al Mondiale nelle stesse condizioni fisiche, sarebbero ridotti gli spostamenti tra i continenti per i giocatori sudamericani.

Se Messi deve percorrere 350mila chilometri per giocare un Mondiale (avanti e indietro tra Europa e America), e Cristiano Ronaldo 50mila… È normale che i sudamericani siano più stanchi degli europei. Dal 2002, il Brasile non vince una partita nella fase a eliminazione diretta, non nella fase a gironi, contro un paese europeo. Sono passati 20 anni, e stiamo parlando del Brasile.

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