Al Corsport: “è la sfida tra un predestinato e uno che ha sempre chiesto scusa di esistere. Pioli dovrebbe travestirsi da drag queen per guadagnarsi una citazione decente”
“Questo campionato è lo Squid Game degli allenatori, con la scusa di giocare a calcio ci si fa fuori l’un l’altro, fino a che a intascare il bottino sarà uno solo”.
Lo scrive Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport a proposito dello scontro tra titani in programma nel weekend: Mourinho contro Pioli, “l’Estremizzatore contro il Normalizzatore”.
“Il leader a forte vocazione autoritaria che si è percepito come un predestinato quando ancora non sapeva di avere un destino, contro un uomo che ha sempre chiesto scusa di esistere, prima da calciatore, poi da allenatore, almeno fino all’arrivo al Milan e, nel Milan, l’arrivo di Zlatan”.
Due allenatori che più diversi non si può.
Finora Mou ha affrontato Sarri,
“il leader solitario, elucubrante e vagamente autistico che fissa, senza riconoscerla, la terra ai suoi piedi o, al massimo, le volute di fumo”.
Ma Mou e Pioli sono assolutamente opposti. José è partito con una rosa già ridotta al minimo
“e l’ha sbranata, dimezzata, inseguendo un’epica che è quella di Kurosawa, dei 7 samurai pronti alla morte”.
Pioli invece potrebbe avere (e quasi ce l’ha, scrive Dotto) una rosa da 40 giocatori
“e sarebbe capace con i suoi modi morbidi e i suoi occhioni sempre un po’ umidi di affetto a farli sentire tutti a casa”.
“Uno come Pioli è il classico ragazzo mite e perbene che uno come Mourinho non avrebbe mai voluto nella sua banda, di cui avrebbe quando meno diffidato”.
L’allenatore della Roma guadagna le copertine mangiando pizza su un marciapiede,
“Pioli dovrebbe travestirsi da drag queen per guadagnarsi una citazione decente”.