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Saviano: «Sarebbe stato meglio se mi avessero ammazzato»

Lo sfogo dello scrittore sul Corsera: “Avevo 26 anni quando tutto è finito, e ora ne ho 42. Vivere sotto costante artiglieria ti fa vivere nella paura della morte? Magari. Ti fa augurare la morte”

Saviano: «Sarebbe stato meglio se mi avessero ammazzato»

“Avevo solo 26 anni, solo 26 anni quando tutto è accaduto. Cosa facevate voi a 26 anni? Ricordate? Sì, mi prendo un dannato momento per poterlo gridare che avevo solo 26 anni, maledizione, avevo solo 26 anni quando tutto è finito”. Comincia così il durissimo sfogo che Roberto Saviano affida al Corriere della Sera (di cui è collaboratore) dopo aver letto le motivazioni della sentenza che ha condannato il boss Bidognetti e l’avvocato Santonastaso per minacce mafiose. Lo scrittore che vive sotto scorta, minacciato dalla Camorra, da più di 15 anni, arriva a scrivere «sarebbe stato meglio se mi avessero ammazzato».

E’ un atto d’accusa soprattutto contro chi in tutti questi anni lo ha attaccato e denigrato.

Avete visto, bastardi, che non era una messa in scena, un escamotage per avere successo, magari per comprare il fantomatico attico a New York. Io sono uno scrittore. Io del mio guadagno e delle mie storie avrei comunque fatto vita. E invece di questa vita mutilata cosa me ne faccio? Cosa dannazione me ne faccio? Dovrei metterli in fila davanti a queste verità che ora sono chiare scritte e timbrate, quei bastardi? Ricordo ogni loro nome, ogni loro ghigno, ogni dolore che mi hanno causato. Cosa dovrei fare? Accusarli? Sputargli in faccia o magari provare a convertirli all’empatia? Chiedere le loro scuse? Avrebbe senso se fossero stati sinceri; ma mentivano sapendo di mentire. Nulla ora ha senso. Il dolore subito è stato enorme”.

E ancora: “esattamente come tutti si sentono allenatori della Nazionale, tutti, quando parlavano della mia vita, diventavano esperti di mafia. Sarebbe forse stato meglio se mi avessero ammazzato. L’ho pensato, lo penso ancora. Sono ancora in tempo risponderebbe qualcuno. Ma chi te’ pens, i soliti ne farebbero eco. Nemmeno riesco più a ricordare? Avevo 26 anni e ora ne ho 42. Vivere sotto costante artiglieria ti fa vivere nella paura della morte? Magari. Ti fa augurare la morte”.

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