A El Pais il racconto da ex di Futre, Torres, Moreno e Mari: “Mai visto nel calcio un club più organizzato. Don Silvio salutava il cuoco come Capello o Baresi”

In attesa che Milan e Atletico Madrid si ritrovino in Champions El Pais s’è fatto raccontare da alcuni ex incrociati com’era (e com’è) il Milan visto da uno spagnolo. Giudizio unanime: “un paradiso per calciatori”.
Paulo Futre, Fernando Torres, Javi Moreno e José Mari, in quattro hanno indossato entrambe le maglie e tutti ricordano estasiati la loro permanenza in rossonero, nonostante le alterne fortune in campo.
Futre ha giocato solo una partita ufficiale: sbarcò a Milanello nella stagione 1995-1996 dalla Reggiana in cambio di cinque milioni di euro. Il suo soggiorno è stato un calvario. Dopo tre operazioni al ginocchio e nove mesi di recupero, ha giocato un’unica partita, l’ultima di campionato contro la Cremonese. L’omaggio di Fabio Capello e dei suoi compagni. Quel pomeriggio hanno festeggiato lo scudetto. Giocò 79 minuti ed fu sostituito da Roberto Baggio. Ancora si emoziona:
“Quando sono arrivato a Milanello pensavo di essere in paradiso. Non ho mai visto niente del genere. Quel club è di un altro pianeta in tutto. Non ho mai visto una struttura del genere. Lì il giocatore è dio e come tale viene trattato. Hanno una persona che ti assiste 24 ore al giorno. Se perdi non hai scuse. Ti danno tutto. Nonostante il mio infortunio, il loro comportamento è stato spettacolare”.
“Non dimenticherò mai quando Berlusconi arrivava in elicottero e atterrava sui campi di allenamento. Sembrava che stesse arrivando Dio. Salutava il cuoco come Capello o Baresi”
Fernando Torres è durato invece tre mesi. Anche lui tra l’altro ricorda Berlusconi:
“Al di là del suo arrivo in elicottero, è una persona incredibile. Parlava di calcio con tutti. Ricordo che mi diede alcuni consigli. Non me li aveva mai dati un boss. Era qualcosa di nuovo”.
Javi Moreno passò dall’Alavés a San Siro nella stagione 2001-2002. Una stagione: 16 partite di campionato e due gol.
“Quello per me, venendo da Vitoria, era un altro mondo. Non ero mai stato in un club così grande. Milanello è il massimo che ho visto nella mia vita. Tutti i giocatori guidavano Porsche, Mercedes, Ferrari e vestivano Versace e Armani. E arrivai con la mia nuova tuta Kelme. La prima cosa che ho fatto è stata dire a mia moglie che dovevo comrarmi dei vestiti nuovi”
Stessa meraviglia per José Mari:
“Non ho mai visto un club così organizzato. Avevamo anche un autista per la famiglia e il giorno in cui sono arrivato mi sono venuti a prendere alla pista di atterraggio. Sorprendente. Quando Berlusconi scendeva dall’elicottero il mondo si fermava. Scendeva e in cinque minuti stava parlando con noi. Ci conosceva tutti. Non c’era, ma c’era. Sapeva delle nostre vite”.