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Massimiliano Gallo: «Attori si nasce, ma il talento non basta, ci vuole un lavoro infinito»

L’attore intervistato da Repubblica: «Sono cresciuto nella confusione, ma a mio padre bastava uno sguardo. Alcuni silenzi li ho elaborati da grande»

Massimiliano Gallo: «Attori si nasce, ma il talento non basta, ci vuole un lavoro infinito»

Su Repubblica un’intervista all’attore Massimiliano Gallo, tra gli interpreti di E’ stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino. Ha 53 anni e vive un momento meraviglioso, ricco di film e di successi. Racconta il suo esordio sul palcoscenico, quando aveva 5 anni,

«Mia madre mi ci ha buttato vestito da Zorro, la Z cancellata, a ballare il tango a un saggio di bimbi. Poi facevo le imitazioni di Lando Buzzanca e il teatro d’estate fino alla maturità. Il debutto con Carlo Croccolo e altri registi capocomici, Aldo e Carlo Giuffrè, Salemme. Una formazione fatta sul campo: cabaret, teatro, musical, ho fatto di tutto».

Racconta che quando Sorrentino lo ha chiamato per proporgli il ruolo nel film «ho detto sì prima ancora di leggere il ruolo». E parla del ruolo dell’attore.

«Bisogna stare attenti a quelle scuole che ti prendono in giro per anni, senza dirti la cosa principale: se non hai talento questo lavoro non lo puoi fare. Si nasce attori, ma non basta, ci devi aggiungere un lavoro infinito».

Parla della sua famiglia:

«Sono cresciuto nella confusione: a casa mia eravamo mamma, papà, quattro fratelli, le balie, i cani. Ma ricordo che papà era di quella generazione a cui per dire le cose bastava uno sguardo. Alcuni silenzi li ho elaborati solo quando sono diventato grande. Facendo analisi ho capito che da adulto ero arrabbiato con mio padre, non giustificavo che fosse invecchiato, che cadesse il mito che avevo costruito su di lui. Ero il più piccolo, il cocco di casa. Ho il ricordo di una famiglia unita dove mio padre cercava di compensare la quantità delle assenze con la qualità del tempo trascorso insieme, quando c’era, nelle estati passate a Ischia. Io cerco di fare lo stesso con mia figlia».

 

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