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L’ex operaio Vardy guida la banda Leicester che non è più l’intrusa dei piani alti

Dopo l’impresa di Ranieri non c’è stato il crollo, qualche giocatore è rimasto. Con Brendan Rodgers ha sfiorato il quarto posto, proprio come il Napoli

L’ex operaio Vardy guida la banda Leicester che non è più l’intrusa dei piani alti
Madrid (Spagna) 12/04/2017 - Champions League / Atletico Madrid-Leicester / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Jamie Vardy ONLY ITALY

Sono trascorsi già cinque anni. Di quella squadra che vinse il titolo in Premier League, consegnandoci una delle imprese sportive più belle della storia, sono rimasti davvero in pochi: Schmeichel, Albrighton e soprattutto Vardy sono ancora capisaldi. Il Leicester è cambiato molto negli anni e ha retto alle fisiologiche oscillazioni di rendimento. Non era una squadra abituata a vincere e non lo è diventata dopo l’incredibile cavalcata condotta da Claudio Ranieri: gli altri trofei recenti sono una Coppa d’Inghilterra e il Community Shield della scorsa stagione. Ma quel celebre campionato è bastato a darsi una dimensione europea, che con Brendan Rodgers adesso si connota di una nuova consapevolezza. Leicester e Napoli sono accomunate da un quarto posto sfumato per un pelo nella passata stagione. Le Foxes sono state precedute dal Chelsea (poi campione d’Europa) di un solo punto, pur avendo vinto una partita in più. Insomma, non è più un outsider o un intruso ai piani alti.

Le similitudini col Napoli si trovano anche nel modulo. Rodgers ha intrapreso la strada del 4-2-3-1 per rendere più centrale il possesso palla nel suo piano partita e cercare di valorizzare la fantasia di James Maddison, secondo violino del gruppo, il cui momento negativo prosegue dalla fine della scorsa stagione. Maddison infatti non segna né serve assist da 15 partite, ma il tecnico non gli ha mai fatto mancare la fiducia. Barnes è un’altra presenza importante sugli esterni, mentre Vardy guida l’attacco. A centrocampo ai muscoli di Ndidi è stata affiancata la qualità di Tielemans tra i più chiacchierati degli ultimi giorni dopo un’intervista in cui ha lasciato intendere di essere alla ricerca di un’avventura più stimolante. Nel complesso il Leicester è una squadra che funziona nonostante l’avvio non troppo convincente in campionato dove ha perso due partite su quattro contro dirette rivali ad alta quota come West Ham e Manchester City.

Inevitabile non soffermarsi su Jamie Vardy, una favola ma sempre in stile inglese. È arrivato in Premier League a 27 anni, ha giocato in tanti club minori lavorando come operaio nelle fabbriche di Sheffield dov’è nato e per una rissa in un pub (un grande classico) ha dovuto indossare una cavigliera elettronica per sei mesi. Ha delle caratteristiche che si sposano benissimo col calcio britannico, i suoi attacchi alla profondità e le capacità balistiche lo rendono perfetto in un campionato dal ritmo sempre molto intenso. Non ha più toccato il picco realizzativo dell’anno magico con Ranieri (24 gol), ma l’anno scorso ha chiuso con 17 reti in tutte le competizioni. È senz’altro il sorvegliato speciale, e soprattutto il Napoli dovrà cercare di limitare le sue offensive sul lato destro, dove Vardy potrebbe approfittare della parte debole della coppia difensiva e prendere d’infilata Di Lorenzo verso l’interno.

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