Il tecnico non ne può più: “Questo Barça non è quello di otto anni fa, che cosa dovrei fare? Basta, sembra che devo dare spiegazioni su tutto…”
Ronald Koeman è sempre più sulla difensiva, scrivono i giornali spagnoli giocando sul concetto di difesa, retorica e tattica. Perché il tecnico del Barcellona sulla graticola non deve solo difendersi dalla pressione dell’ambiente e di un presidente che non lo vuole più (ma che non ha i soldi per esonerarlo), gli tocca continuare a rispondere della mancanza di gioco. A Barcellona giocare male è un sacrilegio, quasi quanto perdere. I media accostano persino Pirlo alla sua panchina. Quando è troppo è troppo.
E allora lui sbotta. “Questo Barça non è quello di otto anni fa”, dice. “Se vedete la lista dei convocati, che cosa dovrei fare? Il tiqui taca quando non c’è spazio? Se è una partita complicata, e non abbiamo giocatori che possono andare uno contro uno o in velocità… Basta, non dico altro, sembra che devo dare spiegazioni su tutto… La gente se ne va scontenta perché non abbiamo vinto, non per l’atteggiamento della squadra”.
Dal suo punto di vista, tutto sarà diverso quando, finalmente, recupererà i pezzi mancanti: “Giochiamo alla maniera del Barça, con un 4-3-3, ma non abbiamo velocità sulla fascia, Coutinho o Demir vanno verso l’interno. Con Ansu Fati e Dembélé ci sarà più profondità, ma in questo momento loro non ci sono. Se non lo capite, mi scuso, la colpa è mia”.