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Il Napoli di Spalletti fa conoscenza con i propri fantasmi: perde 3-2 in casa con lo Spartak

Per la prima volta emerge la vena masochistica della squadra. In gol dopo 12 secondi, gigioneggia, spreca e poi la partita si impiccia. Espulso Mario Rui e cambia tutto

Il Napoli di Spalletti fa conoscenza con i propri fantasmi: perde 3-2 in casa con lo Spartak
Napoli 30/09/2021 - Europa League / Napoli-Spartak Mosca / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: tifosi Spartak Mosca

E arrivò la sera in cui il Napoli scoprì il proprio profilo masochistico, un altro volto della personalità che fin qui era rimasto ben nascosto. Poi, d’improvviso, è emerso prepotentemente in una serata di Europa League. Il Napoli ci ha messo tanto del suo per far sì che si impicciasse un match che sembrava fin troppo semplice. Del resto succede sempre così. È quando le cose ti vengono con eccessiva disinvoltura, e tu gigioneggi e sprechi, che devi preoccuparti. Perché, come si dice ai tavolini, a furia di tradire la buona sorte, la carta s’indigna e non torna più. E così il Napoli progressivamente si smarrisce e finisce col perdere.

Questo Napoli-Spartak Mosca 2-3 rischia di lasciare squarci psicologici non sappiamo quanto rilevanti. Speriamo che non accada, ma non ci crediamo tanto. Di certo ha mostrato universi fin qui sconosciuti. Il Napoli di Spalletti ha conosciuto i propri fantasmi.

Era cominciato tutto troppo bene. Gol di Elmas dopo dodici secondi. Il Napoli che affonda nella difesa russa come e quando vuole. Ma, chissà perché, non ha l’ansia di segnare. Vuole divertirsi. Come se fosse una amichevole. Non prende in considerazione che il vento possa cambiare. Non lo pensa nessuno. Questo è il problema. Una sottovalutazione gravissima quando si pratica uno sport agonistico. Non lo pensa nessuno tranne Mario Rui che alla mezz’ora entra inutilmente col piede a martello su un’avversario. L’arbitro prima lo ammonisce e poi viene richiamato al Var: espulso. Cambia tutto. Finisce il primo atto. Comincia un’altra partita.

Spalletti aveva lasciato in panchina Osimhen e Anguissa, a questo punto richiama in panchina anche Insigne, gli risparmia di giocare con un uomo in meno. Al suo posto entra Malcuit. I russi ora ci credono. Ottengono anche un rigore, però ancora una volta la decisione viene rivista e corretta al Var. Accenno di rissa. Si chiude il primo tempo. Sipario.

Spalletti sceglie di giocarsi la ripresa con Anguissa e Osimhen al posto di Zielinski e Petagna. Sono lontani, lontanissimi i giorni della ribellione per la permanenza di Petagna. Ormai il gemello masochistico del Napoli ha preso possesso del terreno di gioco, si è accomodato. Sono creature che una volta richiamate in vita, non vanno via facilmente. E infatti una ginocchiata di Koulibaly manda nella nostra porta – alle spalle di Meret – il pallone dell’1-1.

È un’altra partita. La vecchia serenità non c’è più. Addio al match giocato sul velluto, a memoria. Manolas segna ma in fuorigioco. L’unica buona notizia arriva da Varsavia dove il Legia batte il Leicester. Il girone è ancora aperto, anche se i polacchi sono a punteggio pieno. Ma poi arriva quel che sembra ineluttabile: il gol dell’1-2 con un destro di Ignatov. Il primo gol dello Spartak è nato da una fuga sulla destra, il secondo da un allungo sulla sinistra. Si ritrova sotto persino 1-3, nonostante un’espulsione per i russi. E ha anche il tempo per accorciare le distanze con Osimhen: 2-3. Ma stavolta la zona Cesarini (o Spalletti) non funziona.

Il Napoli ha perso ed è ultimo nel girone di Europa League con 1 punto, alla pari col Leicester. Ma la novità preoccupante è che per la prima volta il Napoli di Spalletti ha visto i propri fantasmi. Un’apparizione da non sottovalutare.

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