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Vanessa Ferrari: «Penso a me stessa, non a Simone Biles che non ci sarà. Si va in pedana da sole» 

A Repubblica: «Se guardandomi in tv, qualche bambina – come feci io – chiederà ai genitori di fare ginnastica artistica, vorrà dire che avrò vinto».

Vanessa Ferrari: «Penso a me stessa, non a Simone Biles che non ci sarà. Si va in pedana da sole» 
Tokyo (Giappone) 25/07/2021 - Ginnastica Artistica / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Vanessa Ferrari

Stamattina, alle 10,45, Vanessa Ferrari (30 anni) cercherà di conquistare una medaglia olimpica nel corpo libero dopo essere approdata in finale. Mai una donna italiana è salita sul podio dei Giochi Olimpici. E non c’è nemmeno Simone Biles. Repubblica la intervista.

«Io penso a me stessa, non alle altre e a Simone Biles che non ci sarà. Non importa, si scende in pedana da sole. L’esercizio è l’unica certezza che ho».

Le chiedono se ha mai sofferto di “twisties”, la mancanza del senso della posizione in volo che attanaglia Simone Biles.

«Mi è capitato di non stare bene e avere paura di farmi male nel 2015, quando avevo la mononucleosi e non lo sapevo. Era una gara in Italia, scelsi di non farla. Ebbi davvero paura di perdermi in volo».

Crede che Simone Biles abbia reso la ginnastica quasi uno sport estremo e ora ne stia pagando le conseguenze?

«Alcune sue figure sono davvero estreme, ma se le ha proposte, vuol dire che le sente nelle mani, nei piedi e nella sua testa, e le ha anche realizzate. Se ci riesci una volta, pensi, ci riuscirai due, tre, sempre. E così una figura diventa parte di noi. È difficile tornare indietro, diventa una sfida con te stessa».

Cosa trasforma in oro un esercizio e cos’è quel quid che fa dire ai giudici: “è lei la ragazza”?

«L’allenamento, la ripetizione, la perseveranza. Non ho la bacchetta magica, ma un po’ di magia vorrei regalarla. E se qualche bambina, come feci io quando avevo sei anni, sarà davanti alla tv e poi chiederà ai genitori di fare ginnastica artistica, vorrà dire che avrò vinto. Senza quella tv accesa, non sarei qua. Ho sognato. E il risveglio non è ancora arrivato. Del futuro parleremo un’altra volta».

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