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Junior Cally: «Mi sono ricoverato per liberarmi da alcol e sesso»

Il rapper si racconta al Corsera: «Bevevo per anestetizzarmi, per insicurezza. L’alcol mi fa sentire forte, mi fa evadere dal Doc di cui soffro da quando ho 18 anni, poi è arrivato anche il lockdown»

Junior Cally: «Mi sono ricoverato per liberarmi da alcol e sesso»

Antonio Signore, il rapper conosciuto come Junior Cally aveva annunciato il 15 luglio di essere in rehab per curare le dipendenze da alcol e sesso compulsivo e il Doc, il disturbo ossessivo compulsivo, oggi si racconta, appena uscito dalla clinica sulle pagine del Corriere della Sera.

«In rehab, ho scoperto il sapore del caffè la mattina senza postumi della sbornia. Poi, ovvio, ho avuto momenti bui. Ancora ci sono. Quelli in cui mi dico: voglio bere. E quelli in cui mi vengono in mente cose di quand’ero piccolo, del perché sto così. Credo che bevo per anestetizzarmi, per insicurezza. L’alcol mi fa sentire forte, mi fa evadere dal Doc di cui soffro da quando ho 18 anni».

Una lunga storia di ospedali cominciata quando da calciatore fece il provino per il Perugia e il Verona e scopre di avere la leucemia. Comincia per lui l’incubo della malattia e della morte

«A 15 anni, dico a mamma: se devo morire, me lo devi dire. A 18, i medici capiscono che era invece una malattia autoimmune»

Finiscono gli ospedali, ma la paura della morte resta, e subentra il Doc, come riti scaramantici per esorcizzare la paura. Poi è arrivata la pandemia e il lockdown e le paure si sono acuite con loro anche il suo abuso di alcol.

«Dopo, con le riaperture, stavo sempre in giro per discoteche, conoscevo una ragazza, ci andavo a letto, e il giorno dopo mi sentivo sporco, sbagliato»

Toccato il fondo arriva il desiderio di riemergere e riappropriarsi della propria vita

«Ho chiesto io di essere ricoverato. Volevo smettere di bere, staccare ogni contatto. Ma ogni giorno scoprivo che non ero pronto affatto. Da quasi 45 giorni non tocco un goccio, ma non è facile».

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