ilNapolista

Campedelli: «Il calcio si regge sui debiti, e la Figc cancella il Chievo anche se stiamo pagando le rate»

Su Repubblica: “Il Barcellona ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. I giocatori sono scappati, nel pallone il bene non torna”

Campedelli: «Il calcio si regge sui debiti, e la Figc cancella il Chievo anche se stiamo pagando le rate»

La “favola Chievo”, quella di Delneri e dei “mussi volanti” che arrivò all’Europa dal nulla di un quartiere di Verona ha il finale peggiore della storia. È rimasto solo Luca Campedelli, quello dei pandori Paluani, proprietario di una squadra senza calciatori e senza campionato, come scrive Repubblica che lo ha intervistato. Lui la definisce “una storia kafkiana, senza senso, che porta dolore” e accusa la Figc di aver cancellato il Chievo “per alcuni arretrati nei versamenti Iva”:

“Abbiamo chiesto per tempo di pagare a rate. L’ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti, ma a causa delle norme legate al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l’abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Ma non è bastato”.

Il Chievo – scrive Repubblica – ha debiti per 44,2 milioni a fronte di crediti per 14,4 oltre al patrimonio dei calciatori. Il bilancio al 30 giugno 2020 è stato chiuso con 32mila euro di attivo. In attesa che si pronunci il Consiglio di Stato – il Chievo ha chiesto l’iscrizione alla Serie B in soprannumero – Campedelli si difende sul principio:

“Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e i pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi. In Europa siamo fra i club messi meglio. Il Barcellona ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera.  La Figc ha consentito ai calciatori di liberarsi gratis e lo hanno fatto tutti, Primavera compresa. La gratitudine non è di questo mondo. I procuratori si sono arricchiti. I club rivali anche”.

E ancora:

“Nel pallone il bene non torna. Fra i presidenti mi ha chiamato solo Enrico Preziosi. Poi qualche ex giocatore. E Delneri”. “Le maglie di questa stagione sono meravigliose. Le ho disegnate io con l’aiuto dell’artista Thomas Donati. Sono lì pronte negli scatoloni. Se il Consiglio di Stato ci darà ragione, sono pronto a perdonarli i giocatori che sono scappati. Non sono Gesù Cristo, ma per me il Chievo, con l’azienda di famiglia, è la vita. Mio padre diceva di non togliere soldi alla Paluani per darli al club e non l’ho mai fatto”.

“A trent’anni sognavo una Lamborghini. Ci salii, era scomodissima. Anche il calcio lo è. Quando ho cominciato conoscevo solo un avvocato, padre di un amico. Sono finito per pagare più avvocati che giocatori“.

ilnapolista © riproduzione riservata