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Repubblica e il mistero del bus dei festeggiamenti dell’Italia: è partito da solo, come Supercar

Repubblica ricostruisce il “caso” con un articolo enigmistico, senza soluzione. Vezzali non è stata, Lamorgese nemmeno. Allora chi è stato? E chi lo sa…

Repubblica e il mistero del bus dei festeggiamenti dell’Italia: è partito da solo, come Supercar

Dunque, facciamo come nei noir americani: attacchiamo al muro con le punesse le foto degli indiziati, poi tendiamo uno spago. Il colpevole del bus scoperchiato che ha portato la Nazionale in trionfo per Roma è lì, da qualche parte. Solo che non lo vediamo, non ancora. Chi è stato? Chi ha procurato il pullman agli azzurri? Chi è il mandante? E l’esecutore materiale?

Perché se vale la lettura antropologica della sfilata che fa Carlo Galli su Repubblica – “nella festa le regole non tanto sono violate, quanto vengono eccedute” – è pur vero che sono ormai quattro giorni che le istituzioni (dal Governo, al Prefetto alle forze dell’Ordine alla Federcalcio fino incredibilmente ai difensori campioni d’Europa) si rimpallano la responsabilità di una inopportuna violazione dei protocolli sociali in tempo di Covid. E allora tocca indagare. Ci prova su Repubblica Mattia Chiusano, con un pezzo “enigmistico”. E noi lo seguiamo, con ordine.

Abbiamo Bonucci e Chiellini che “cresciuti con i ricordi della festa al Circo Massimo e del bagno di folla dei campioni del mondo del 2006” si rivolgono a Valentina Vezzali, sottosegretaria allo sport nel governo Draghi, per chiederle un’intercessione da collega campionessa.

«tu sei stata un’atleta, tu puoi capire: questa coppa appartiene alla gente».

Vezzali chiama al telefono del Viminale Luciana Lamorgese. “Alla prima telefonata la ministra dell’Interno non ha risposto. Alla seconda sì”. Ma la risposta è picche: “da giorni Questura e Prefettura avevano deciso di negare l’assenso a questo tipo di manifestazione”.

Ci sono state numerose “riunioni del Comitato dell’ordine di sicurezza pubblica a cui hanno partecipato anche esponenti della federcalcio” per vagliare l’ipotesi del carnevale azzurro. E “il risultato sarebbe stato un no deciso”.

Vezzali attacca con Lamorgese e “senza entrare nei dettagli”, dà la notizia a Bonucci e Chiellini. Si definisce “non competente”.

Sicché abbiamo nell’ordine Bonucci (quello della “trattativa Stato Bonucci”, come l’ha definita il Fatto), Chiellini, Vezzali e Lamorgese certi che la sfilata non si farà. Non si può. Il governo, le istituzioni, hanno deciso così. Ed è qui che piomba il colpo di scena. Scrive Repubblica:

“Ma, con grande sorpresa, all’uscita da Palazzo Chigi ha trovato il pullman scoperto che attendeva i giocatori in piazza Colonna. E solo a sera, di fronte alla tv, ha scoperto che la sfilata con la coppa era in corso”.

Come è possibile? Manca un pezzo. Sembra una puntata di Blu Notte, di Carlo Lucarelli: il mistero del Bus Italia. O un episodio di Supercar: “Kitt vieni a prendermi, dobbiamo festeggiare”.

Anzi di più, è un caso da X Files. Perché lo stesso Chiusano su Repubblica ironicamente si scrolla di dosso l’ipotesi sovrannaturale:

“Certo, il desiderio di Bonucci e Chiellini era forte, ma non al punto da far entrare un pullman in pieno centro di Roma. Dunque, chi ha dato le autorizzazioni?”

Già. Chi è stato?

Non solo la ministra Lamorgese, ma anche i sindacati di polizia tra i quali il Siulp, difendono “l’operato delle Forze di Polizia e delle Autorità provinciali di Pubblica sicurezza, che è stato ineccepibile”. Ed è proprio il segretario generale Felice Romano che alimenta maliziosamente il rebus. Un pullman, dice, “con tanto di livrea, che, richiedendo un cospicuo tempo per l’allestimento, lascia pensare ad una cosa preordinata“.

Pathos. Fiato sospeso. La soluzione è lì, nascosta bene tra i gangli della burocrazia. I fili sono tesi. Il colpevole è…

Nessuno.

L’articolo si interrompe così, con quel sottinteso. Senza la soluzione dell’intrigo. Dalla semina degli indizi dobbiamo ipotizzare che il bus s’è mosso da solo, richiamato dalla volontà di Chiellini e Bonucci. Per telecinesi. Un crimine d’impeto, irrazionale come può essere solo un pullman incapace di intendere e di volere.

Le menti sono altrove. In un Palazzo, qualunque esso sia.

“Questa coppa appartiene alla gente”. E sia fatta la sua volontà.

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