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Abrignani (Cts): «Il Covid potrebbe essere declassato a un’influenza se tutti si vaccinassero»

Al Corriere: «Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In Italia i no-vax sono molti di meno rispetto a Francia e Inghilterra. Credono più al preparatore atletico che alla scienza»

Abrignani (Cts): «Il Covid potrebbe essere declassato a un’influenza se tutti si vaccinassero»

Il Corriere della Sera intervista Sergio Abrignani, immunologo del Cts. Tra i temi toccati quello della variante Delta, dei vaccini e del Green Pass.

«L’esperienza di Paesi dove la variante Delta ha preso a diffondersi un mese prima dell’Italia ci indica che il Covid potrebbe essere declassato a un’influenza con un semplice gesto. Se tutta la popolazione si sbrigasse a vaccinarsi il rischio di piangere altri morti diventerebbe insignificante».

Continua:

«Sono sempre 2,4 milioni gli over 60 scoperti, il 15%. Sono un grande problema. Il 98% dei decessi riguardano queste fasce d’età. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In Italia i no-vax sono sensibilmente meno rispetto alla Francia e all’Inghilterra. Credono più al preparatore atletico che alla scienza. Non ci sono giustificazioni. Purtroppo i social fanno da amplificatori».

Per Abrignani occorrerebbe un obbligo alla vaccinazione.

«Sì, ma ci vorrebbe una legge ad hoc che poeterebbe con sé polemiche infinite. Invece serve compattezza. Ecco allora che una forma di obbligo indiretto come lo strumento della certificazione verde appare un buon compromesso. Non c’è coercizione, però se vuoi partecipare a eventi e occasioni pubbliche devi munirti del biglietto. Hai il diritto di mettere a repentaglio la tua salute ma non quello di mettere a repentaglio quella altrui».

Sulle conseguenze dei festeggiamenti per l’Italia vincitrice di Euro 2020.

«Speriamo non aumentino i contagi. Un picco delle infezioni dovrebbe essersi già visto. Sta avvenendo quello che è stato osservato in Spagna e Inghilterra dove i casi sono saliti velocemente da 2.400 fino a 40-50 mila al giorno in 4-6 settimane. Mi aspetto succeda lo stesso da noi. Spero di sbagliarmi».

Aggiunge:

«Nelle terapie intensive e nei reparti di medicina la situazione è sotto controllo. Ci aspettiamo un tasso di letalità dieci volte inferiore rispetto a quando i vaccini non erano disponibili. Il 55% degli italiani ha ricevuto almeno una dose e il 38% ambedue. L’età media dei contagiati si è abbassata sotto i 30 anni. Nei giovani i casi di malattia grave e complicanze sono estremamente rari».

 

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