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“Le Olimpiadi si faranno al 100%”, forse a porte chiuse. I giapponesi non le vogliono

La Presidente del comitato organizzatore: “Dobbiamo essere preparati ad avere questi Giochi senza spettatori”. E non è detto che tutti i Paesi possano partecipare

“Le Olimpiadi si faranno al 100%”, forse a porte chiuse. I giapponesi non le vogliono

Mancano appena 50 giorni alla cerimonia inaugurale di Tokyo 2020, le Olimpiadi con il logo d’un anno prima appiccicate addosso. Peggio: le Olimpiadi che nessuno vuole e che invece si faranno, “al 100%”, come ha confermato Seiko Hashimoto, a presidente del Comitato organizzatore, a “Nikkan Sports”: “Non possiamo rinviarle di nuovo”.

“La questione ad oggi è semmai come organizzare un evento sempre più sicuro e protetto. La popolazione giapponese, infatti, si sente molto insicura e allo stesso tempo avverte un po’ di frustrazione nei nostri confronti perché parliamo di Olimpiadi, e anche questo contribuisce ad aumentare le voci contrarie ai Giochi. La sfida più grande sarà capire come possiamo controllare e gestire il flusso di persone”, aggiunge Hashimoto, che non esclude la soluzione estrema, le gare a porte chiuse.

“Se durante i Giochi dovesse scoppiare un focolaio tale da portare a una crisi o a una situazione d’emergenza, credo che dobbiamo essere preparati ad avere questi Giochi senza spettatori. Stiamo cercando di creare una situazione di bolla il più completa possibile in modo da poter creare uno spazio sicuro e protetto per le persone che arrivano dall’estero e per quelle che sono in Giappone, per la popolazione giapponese”.

Nei mesi scorsi gli organizzatori hanno preso la decisione “molto sofferta” di non consentire l’arrivo di spettatori dall’estero. A questo si somma il crescente malcontento locale: non c’è ormai un solo giapponese a cui piaccia l’idea delle Olimpiadi in casa propria, in questo momento storico. I Giochi a porte chiuse, senza pubblico straniero, e con quello locale arrabbiato.

“Per molti atleti partecipare all’Olimpiade rappresenta un’opportunità unica nella vita e non poter avere familiari e amici a sostenerli deve essere molto doloroso e lo è anche per me”, dice ancora Hashimoto. La quale tra l’altro non si pronuncia sull’eventualità che ad alcuni Paesi venga vietato l’ingresso in Giappone. Tokyo 2020 ha già ridotto il numero di partecipanti non atleti di oltre la metà, a poco meno di 80.000.

Tokyo e diverse altre regioni sono ancora in stato di emergenza, che dovrebbe concludersi il 20 giugno. Mentre il tasso di infezioni sta diminuendo nella capitale, c’è preoccupazione per i rischi posti dalle nuove varianti e della campagna vaccinale al rilento: solo il 2,7% dei 126 milioni di abitanti del Giappone è stato completamente vaccinato.

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