Il quotidiano inglese ha analizzato il flusso social sui giocatori inglesi durante i gironi: se la prendono con tutti, bianchi o neri. Colpevoli di “take a knee”
Nel dibattitto sull’inginocchiarsi che mandato nel pallone i pavidi italiani fino alla debacle di Chiellini (“Ci inginocchiamo se ce lo chiede l’avversario, il nazismo lo combatteremo in un altro modo”) si inserisce un’analisi esclusiva del Guardian. Il quotidiano inglese ha esaminato, con l’aiuto dell’associazione antirazzista Hope Not Hate, il flusso di messaggi indirizzati ai giocatori della nazionale inglese durante le tre partite del girone di qualificazione, riscontrando più di 2.000 messaggi offensivi razzisti.
L’odio social è montato con sospetto sincronismo, ma stupisce, scrive il Guardian, che se la siano presa con tutti: bianchi o neri poco importa. Centinaia di persone alla volta, tutti contro il capitano Harry Kane, l’attaccante Raheem Sterling, altri compagni dell’Inghilterra e ovviamente il ct, Gareth Southgate. Il motivo? Si inginocchiano a inizio partita, e hanno continuato a farlo anche quando li hanno fischiati.
Nel dettaglio durate i match contro Croazia, Scozia e Repubblica Ceca, il Guardian ha identificato 2.114 tweet offensivi diretti contro i giocatori e i Southgate. Con parametri fissati solo per le cinque ore intorno a una partita, c’erano anche esempi di abusi antisemiti, con messaggi nazionalisti e contenuti razziali.