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«Eriksen aveva una cardiopatia, un cuore sano non va in fibrillazione ventricolare»

La Stampa intervista Corsetti specialista di cardiologia, ha curato Cipollini, Viviani: «Ci sono patologie non adeguatamete diagnosticate»

«Eriksen aveva una cardiopatia, un cuore sano non va in fibrillazione ventricolare»
Copenaghen (Danimarca) 12/06/2021 - Euro 2020 / Danimarca-Finlandia / foto Imago/ Image Sport nella foto: Christian Eriksen

«Eriksen aveva una cardiopatia». La Stampa intervista Roberto Corsetti, specialista di cardiologia e medicina dello sport, dirige il Centro Medico
B&B di Imola, l’uomo che ha scoperto e curato “delicate patologie cardiache anche Mario Cipollini, Diego Ulissi e il portabandiera azzurro Elia Viviani”.

«Temo che si tratti di un arresto cardiaco da grave aritmia, probabilmente una fibrillazione ventricolare sinistra che ha fermato il battito del cuore».

«Un cuore sano non va in fibrillazione ventricolare e non accusa aritmie maligne tanto gravi da poter essere fatali. Siamo di fronte a una cardiopatia, come fu purtroppo per altri atleti deceduti in passato, i calciatori Curi, Morosini, Foé e Astori o il cestista Vendemini».

«Le patologie cardiache si dividono tra congenite, cioè presenti dalla nascita e non adeguatamente diagnosticate, e acquisite, come è stata per esempio la miocardite di Cipollini».

Chi o che cosa alla fine ha salvato la vita a Eriksen?

«Direi la tempestività dei soccorsi, il massaggio cardiaco e il defibrillatore. Ma si fosse trattato di un ciclista o un maratoneta che si allenavano da soli, come sarebbe finita?»

Potrà tornare tra i big del calcio?

«Non so, ma temo che sia molto difficile e complicato».

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