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Come si dice tiro a giro in turco? Etrafa ates etmek

Bestiario degli Europei: Donnarumma da Pompei, Immobile da Torre Annunziata, Insigne da Frattamaggiore. Una nazionale provinciale tutta nostra

Come si dice tiro a giro in turco? Etrafa ates etmek
Roma 11/06/2021 - Euro 2020 / Turchia-Italia / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Lorenzo Insigne

COME SI DICE TIRO A GIRO IN TURCO? Accade la prima volta al 17’ ed è anche la prima occasione azzurra per segnare. E’ il momento in cui l’intera Turchia scopre l’esistenza del tiro a giro. Etrafa ates etmek. Tiro a giro in turco. Lorenzo Insigne, of course. Il numero dieci della Nazionale ha il numero ventiquattro tatuato sul polpaccio e la somma fa trentaquattro. Capa tosta. Lui insiste dalla sua mattonella (in turco: kiremit) e alla fine fa il terzo gol. Apoteosi – 7

AUTOBUS ROSSO. Almeno in questo debutto europeo, Senol Gunes è sembrato una sorta di Mister Veleno turco (traduzione: bay zehir). Il doppio autobus per difendersi fa venire in mente il Napule gattusiano contro il Barcellona più scarso degli ultimi lustri – 4

UN TURCO NAPOLETANO. “La donna è Immobile e io mi sento Immobiliere”. Meglio l’immortale Totò di Lino Banfi che manda video e consigli agli azzurri. Anche se “Porca puttèna” sarà il tormentone degli Europei, di questo passo – 7 (a Totò)

IL MIGLIORE. Com’è bello vedere un terzino sinistro forte come Spinazzola. Ammettiamolo: noi napoletani non ci siamo abituati da tempo. Palleggio, corsa, cross e anche tiro – 7,5

EPPERO’. Quando arriva il verso “siam pronti alla morte” ecco che su Sky inquadrano il volto arcigno di Chiellini. Per carità tutto bello ed emozionante. Bocelli. All’alba vincerò. I fuochi d’artificio. Il ritorno dei tifosi. I tamburi umani che salivano e scendevano dal tetto dell’Olimpico. L’inno cantato da tutti. Epperò. Fa sempre un po’ di senso tifare per la coppia del centro anziani della Rubentus. Non ne parliamo quando poi Bonucci si mette in testa di lanciare e diventa un Domizzi qualunque – 7 (alla prestazione)

FATA TURCHINA. Si chiama Demiral, è un altro juventino e ci dona l’autogol che sblocca la partita – 4

PROVINCIA DI NAPOLI. Donnarumma da Pompei, Immobile da Torre Annunziata, Insigne da Frattamaggiore. Una nazionale provinciale tutta nostra, comprensiva di mogli, figli e madri in tribuna – 7 (alle lacrime napulitane)

NOMEN OMEN. “Le tue mani così all’improvviso si sono fatte strada”. I turchi sono ottomani e l’arbitro olandese Danny Makkelie fa solo danni. Speriamo non sia l’incipit di un nuovo corso sui rigori, mischiando discrezionalità e Var, un connubio micidiale – 3

DERBY TRA IMPERI. Più che una partita degli Europei, tra Italia e Turchia è stato un derby tra vecchi imperi, tra Roma e Costantinopoli, la Nuova Roma. E il dittatore (copy Draghi) Erdogan s’è beccato tre pappine. Viva Ataturk, piuttosto – 6

NOSTALGIA CANAGLIA. Avrà pure perso quel pallone che ha fatto involare Under, ma Jorginho resta il più bravo a scandire i tempi per i compagni. Capita pure che lui e Insigne si abbraccino felice e festanti e l’immagine trasfiguri in una déjà vu che conosciamo bene – 7

L’APPUNTATO: PRESENTE. Un tempo di gloria, il secondo, per il nostro caro appuntato Di Lorenzo. Berardi fa un partitone e ne beneficia anche lui. C’è da dire che stasera le due fasce sono state due pendolini sempre in orario – 7

ORA ME LO SEGNO. Al terzo gol, quello di Insigne, l’enfasi di Caressa ha coniato: “Siamo una macchina da guerra”. Detto due volte. Da tenere a mente. Fa tanto Occhetto nel 1994. Non sia mai – 3

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