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Platini: «Superlega? Agnelli deve capire che non può pensare solo ai soldi»

A L’Equipe: «Ceferin? Sta vivendo il loro momento di gloria. La sua gestione dell’affare Superlega è ridicola».

Platini: «Superlega? Agnelli deve capire che non può pensare solo ai soldi»

L’Equipe intervista Michel Platini, ex stella della Juventus ed ex-presidente Uefa. Parla di Ceferin.

«I miei rapporti con Ceferin… non esistono. Lo capisco: è uno di quei politici che non hanno giocato a calcio e stanno vivendo il loro momento di gloria. Se i vecchi giocatori come me si mettono accanto, loro non esistono più. Trovo che abbia gestito la crisi della SuperLega in modo sbagliato. L’allontanamento dei grandi club per fondare la propria competizione è l’unico vero pericolo ricorrente che la Uefa deve gestire. Quindi è meglio anticipare piuttosto che trovarti di fronte a un fatto compiuto e trattare i dirigenti come “codardi”, “serpenti” o “scorpioni” come ha fatto Ceferin. Ridicolo».

Sulla Superlega:

«Quando all’inizio della mia presidenza UEFA ho dovuto affrontare lo stesso tipo di problema, sono andato a vedere i dirigenti per convincerli che le nostre competizioni erano le migliori. Parlavamo nell’interesse del calcio, non solo di affari o televisione: ma anche di giocatori e tifosi. Non c’era Ceferin a litigare con Agnelli… Perché è crollata così in fretta? Perché i suoi leader hanno fatto una comunicazione di merda, i media erano contrari e i sostenitori, soprattutto inglesi, erano come al solito, cioè formidabili. Anche gli allenatori sono stati molto bravi. Pep Guardiola è sempre fantastico!».

Su Agnelli:

«Non sono stato sorpreso dall’atteggiamento di Agnelli: è sempre stato così, orientato a voler soprattutto valorizzare economicamente la Juventus. Ma non puoi fare tutto pensando ai soldi. Altrimenti è necessario sponsorizzare le reti da porta e incollare pubblicità sui giornalisti nella tribuna stampa. L’Avvocato diceva sempre che il calcio apparteneva ai tifosi e ai media. Ho aggiunto: “Anche ai giocatori”. E lui mi rispondeva: “Questo è quello che pensi!”. Ma l’Avvocato amava profondamente i giocatori».

Sul nuovo formato della Champions:

«È una formula stupida: allungheranno ulteriormente la fase a gironi che già non interessa a nessuno. Alla Uefa, questa è stata a lungo la filosofia di alcuni: sempre più soldi. La Champions è stata creata da (Lennart) Johansson. Ero contrario. Trovo che la Coppa dei Campioni solo con campioni e partite a eliminazione sia ancora la formula migliore, ma quando i club ti dicono che vogliono più partite e hanno bisogno di soldi, devi tenerne conto. Quando sono diventato capo della Uefa, la mia idea era soprattutto di favorire i campioni di alcuni Paesi. Ho cercato di trovare un compromesso, senza rivoluzionare tutto, perché c’era anche un sistema economico da rispettare».

 

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