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Napoli-Verona 1-1, pagelle / Almeno ci siamo liberati del sopravvalutato Gattuso

Partita metafora del gattusismo. Rrahmani (dimenticato in panchina per quattro mesi) migliore in campo. Bakayoko emblema del suicidio tattico dell’allenatore. Che gli ha fatto Demme?

Napoli-Verona 1-1, pagelle / Almeno ci siamo liberati del sopravvalutato Gattuso
foto Hermann

Le pagelle di Napoli-Verona 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. In questo cupo e grottesco epilogo del Napule gattusiano, Ilaria, il giovane Meret è uno dei pochi a salvare la faccia. Per dirla con enfasi destrorsa ha avuto coraggio (nelle uscite) e dignità. E ha smanacciato invano il tiraccio di Faraoni – 6

Non c’è nulla da dire a questo ragazzo: ieri era sicuramente il più in partita. Non a caso, quando lo hanno inquadrato alla fine del primo tempo, mentre la squadra andava negli spogliatoi, aveva dipinta in faccia la delusione e lo sconforto. Forse anche l’imbarazzo per i suoi compagni. Gli era chiarissimo lo stato d’animo della squadra, avendolo già vissuto tante volte. La paura dei compagni era palpabile. Meret è l’unico che ha mostrato coraggio – 6,5

DI LORENZO. L’Appuntato frana su tutta la linea. Sbaglia passaggi e perde palle a iosa ed è lo zimbello inverecondo di Lazovic e Zaccagni – 4

Terrorizzato. Ne azzecca pochissime: ho il taccuino puntellato di segni negativi. Tanto per citarne uno: al 24′ regala palla agli avversari e a Fabian tocca recuperarla prima che sia tardi, dopo due minuti esatti sbaglia di nuovo, tanto da lanciare il Verona in porta e a quel punto interviene Meret. E’ un uomo da Nazionale, per questo mi incazzo ancora di più – 3

MANOLAS. Nella partita che doveva celebrare il ritorno in Champions, l’Ellenico e il collega Rrahmani, cioè i due centrali difensivi, sono i migliori in campo. E ho detto tutto – 6

Talvolta impreciso e al limite del consentito, ma almeno chiude, Fabrizio – 6 

RRAHMANI. E’ lui che deve avanzare da dietro e segnare su angolo contro i suoi vecchi compagni. Meriterebbe mezzo voto in più ma la sua mancata esultanza mi ha indispettito. Tutto questo rispetto per il Verona non è giustificabile – 6

Che fosse decisamente in partita si è capito quando erano passati solo 20 secondi dal fischio di Chiffi: è stato lì che è intervenuto per la prima volta a chiudere. Un pilastro, questo ragazzo. Lui sì che avrebbe potuto avvertire la tensione e la pressione di essere un ex. E invece si mantiene lucido e applicato fino all’ultimo istante. Gioca una partita splendida, contribuendo a difendere ma anche a costruire un minimo di gioco. E il gol è suo. Caro Fabrizio, Amir è lo stesso che per quattro mesi ha fatto la muffa in panchina. Il fatto che abbia segnato nell’unica partita che contava vincere del campionato gli merita non mezzo voto in più, ma una statua a Castel Volturno. Chi se ne frega della mancata esultanza – 8  

HYSAJ. Il suo congedo dal Napule è il tappeto rosso che stende dinanzi a Faraoni per il pareggio dei maledetti “giulietti” dell’incazzoso e inguardabile Juric. Un errore fatale, cioè del destino. Tutto sommato l’Onesto Faticatore albanese non meritava questo addio amaro e fantozziano. E non lo meritavamo noi – 3

Provo troppo imbarazzo, Fabrizio. Più imbarazzo che dolore, è una sensazione terribile. Mi limito al voto – 3 

MARIO RUI dal 71’. Che cos’è l’ignoranza nel calcio, Ilaria? Lo spiegherò a mio figlio di quattro anni, il piccolo Diego Maria, facendogli vedere quell’inutile e irritante spinta di Marittiello a Zaccagni al 92’. Erano due azzurri contro uno ma il lusitano non ha resistito, facendo perdere secondi preziosi. L’ennesima conferma al mio atavico sospetto su di lui: Mario Rui non è un essere pensante – 4

L’imbarazzo continua – sv

FABIAN RUIZ. Al povero Fabian tocca caricarsi la squadra sulle spalle e portare avanti la palla, arrivando così a sbagliare sempre il passaggio decisivo. Non ne imbrocca una nonostante la gran fatica – 5

E’ chiamato agli straordinari per mettere una pezza agli orrori dei compagni. La vittima sacrificale del centrocampo che non c’è. Già non è uno veloce di suo, poi è costretto a giocare accanto alla controfigura di un centrocampista (Bakayoko). Un talento tecnico buttato via come fosse un rifiuto differenziato – 5 

BAKAYOKO. In modo inspiegabile tanti avevano gridato “alleluja” alla sua traballante partita di Firenze, ma stasera i gialloblu gli hanno mangiato in testa, superandolo quasi sempre di slancio. Mi fermo qui, inutile infierire ancora sulla sua proverbiale lentezza – 4

Nella sua filosofia di vita non è inclusa la corsa. Non sa cosa sia, forse nessuno gli ha mai spiegato a cosa serva o come si faccia. Lento, goffo, inutile là in mezzo. Non recupera una palla, nemmeno una. E’ l’emblema del suicidio tattico di Gattuso all’ultima di campionato, quando c’era in ballo la Champions – 3  

PETAGNA dall’81’. El Comò è l’ultimo a provarci, di testa – senza voto

Traversa e fischio finale. Ho finito – sv

LOZANO. Un solo tiro, stasera l’ansia da prestazione, se non la paura, stringe pure El Tav in una morsa da cui non si libera mai – 4,5

Completamente avulso dal contesto. Andava sostituito dopo non più di venti minuti (e detto da una che non è una estimatrice di Politano…) – 4 

POLITANO dal 67’. Il suo ingresso porta un po’ di vita sul pianeta attacco: va due volte al tiro, ma in occasione del secondo pecca di egoismo, con El Comò libero in area – 6

Ho pregato, sperato, supplicato. Ma è stato tutto inutile – 6 

ZIELINSKI. Persino San Piotr si perde nel deserto azzurro. Anziché condurre e dare scosse ai compagni, sprofonda anche lui in una nervosa mediocrità – 5

Nel primo tempo non pervenuto. Nel secondo terribilmente impreciso e opaco – 4,5

MERTENS dal 71’. Dicci, Mister Veleno, che cosa poteva fare Ciro l’Anziano nella disperazione dei venti minuti finali? I fanatici, Ilaria, idolatrano i dogmi e per molti tifosi Mertens è un dogma inscalfibile. Una volta sarei stato d’accordo pure io, ma è penoso vederlo in queste condizioni – 4

“Mertens si sta scaldando”. Ho urlato “NO!”. Inutile. Gattuso, come sempre, allo scadere del 70′, mette in campo Ciro. Stupidamente dogmatico fino alla fine – 4 

INSIGNE. Stasera il Capitano aveva il volto trasfigurato da qualcosa di indefinibile, tra il dolore, la rabbia e l’incredulità. Sarà successo qualcosa prima di entrare in campo? Non so se abbia colpito anche te, Ilaria, la sua faccia. Detto questo, non combina nulla o quasi e non supera mai l’uomo – 4

Paura, Fabrizio. Era evidente nell’atteggiamento del sopracciglio. Era terrorizzato. Può un capitano farsela sotto quando c’è da giocarsi tutto? Può ostinarsi in quel modo? Sbagliare ogni passaggio? E’ il limite di questo ragazzo che tante volte, quest’anno ci ha stupiti. Alla fine la stoffa viene fuori – 4 

OSIMHEN. Gunter, pensa un po’, sembra un mago che gli nasconde con regolarità la palla – 3,5

Gunter semplicemente ne fa carne da macello. Svogliato, lento, un disastro – 3

GATTUSO. In fondo, diciamocela tutta, questa partita è la metafora del gattusismo a Napoli. Un concentrato di ansie, paure e confusione che è stato alla base della mancanza d’identità di Mister Veleno, solo in parte riscattata dal finale di stagione. Per fare il bilancio veritiero di uno degli allenatori più sopravvalutati dell’orbe terracqueo basta guardare la terrificante altalena dal 16 dicembre scorso al 3 marzo, tredici partite dalla trasferta con l’Inter a quella col Sassuolo. Altro che la fake news degli infortuni: a quel Napule non reggeva la pompa come si dice a Roma. E per stenderlo sul lettino dell’analista non bastavano più neanche gli allucchi e le frustate di Mister Veleno. Un Napule che ha fatto il catenaccio, per fare un esempio, con il Barcellona più scarso dell’ultimo decennio. Con questa rosa si doveva competere per lo scudetto e siamo finiti in Europa League. Ora è finita ed è finita nel peggiore dei modi, in linea con la grigia carriera da allenatore di Gattuso. Ma almeno ce ne siamo liberati. Per quanto riguarda noi due, Ilaria, un altro campionato è andato. E’ stato bello al solito ritrovarci ogni volta qui. Ora riposati. A presto. Baci tanti.

E’ il primo a non crederci. E infatti resta muto per quasi tutta la partita. Il Verona lo ha distrutto già all’andata e lui invece di apportare dei correttivi, di cambiare qualcosa, di leggere la partita, va incontro ad uno dei peggiori suicidi che si sia mai visto sul pianeta calcio. Cosa può mai avergli fatto Demme, da lasciarlo in tribuna mentre in campo Bakayoko distruggeva il calcio? Giocare l’ultima di campionato senza centrocampo è solo l’ultimo sfacelo cui siamo stati costretti ad assistere. Trasmette ai suoi sfiducia e insicurezza. Speravamo in un addio in un clima di festa, ma è stata una tragedia così nera che sarà difficile smaltirla. Un danno economico incalcolabile. Una batosta che probabilmente condizionerà anche la scelta del futuro allenatore. Ci ha salutati nel peggiore dei modi. L’unica cosa a cui riesco a pensare, per sollevarmi è che finalmente è finita. Addio – 3

ARBITRO CHIFFI. Non ho capito se doveva andare al Var per quella spallata a Ciro l’Anziano. Nel dubbio, lo colpevolizzo – 4

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