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Iachini: «Rigore? Il tuffo di Rrahmani magari è un po’ accentuato, ma sono valutazioni arbitrali»

A Dazn: «Era la terza partita in una settimana, con un giorno in meno di recupero rispetto al Napoli. La partita era in equilibrio fino a quell’episodio. Ce ne dispiace»

Iachini: «Rigore? Il tuffo di Rrahmani magari è un po’ accentuato, ma sono valutazioni arbitrali»

La squadra ha giocato per lei?

«Volevamo fare una buona partita per dare continuità ai risultati. Sul piano della compattezza e della fase difensiva hanno fatto bene, ma nel momento in cui abbiamo avuto palla, nelle uscite abbiamo sbagliato qualcosa di troppo e non siamo stati pericolosi. Era la terza partita in una settimana, un giorno in meno di recupero, la fatica si è fatta sentire, peccato, perché la partita era in equilibrio e per un episodio, un rigore, ha preso binari diversi, ce ne dispiace. Potevamo fare meglio ma la squadra si è impegnata fino in fondo».

Tanto nervosismo anche nell’ingresso degli spogliatoi. Sul rigore?

«Non l’ho rivisto, non posso giudicarlo. E’ un peccato».

Glielo mostrano. Risponde:

«In effetti la maglia è appena appena, magari è stato accentuato un po’ troppo il tuffo, ma queste sono valutazioni arbitrali. Ce ne dispiace, perché sono momenti fondamentali, una decisione che dobbiamo accettare ma è un peccato perché stavamo concedendo poco e avremmo potuto creare fastidi».

Sul gioco:

«Avevamo preparato la partita per essere più incisivi come con Lazio e Juventus, ma un po’ di energia in meno e un po’ il fatto che sul piano del palleggio dovevamo fare decisamente meglio. Siamo stati attenti, concentrati, dovevamo continuare così, peccato per l’episodio del rigore. Avremmo potuto mantenere un po’ in più la partita sul piano del minutaggio tattico e guadagnare qualche spazio in più».

Cosa le ha regalato la squadra?

«Ieri in sede di preparazione alla partita, dopo lo studio video, è entrato anche il presidente con i dirigenti e tutto lo staff, anche quello medico, e la squadra ha voluto regalarmi una maglia con su scritto ‘Grazie Beppe’. Si sono alzati tutti ad applaudire. Denota che c’era tanto timore di poter finire diversamente la stagione invece siamo riusciti, con tanta tensione e un calendario impegnativo, a tirarci fuori. Vuol dire che abbiamo lavorato bene. Bravi tutti. Sono contento di questo attestato, i gesti e quell’applauso non si dimenticano. Sono stato allenatore con pathos importante, a livello emotivo è una partecipazione di un certo tipo. Lo stress non mi fa paura, ma sento la partita e vivere Firenze… la Fiorentina per me non è una squadra normale, è giusto salutarsi dopo un ottimo lavoro e da amici».

 

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