E’ stata svelata dal TgL7. Fu inviata all’ad Castellucci e creò scompiglio nella direzione generale, che preparò anche delle risposte, ma poi decise di sorvolare
Negli atti dell’indagine sul Ponte Morandi c’è anche una lettera anonima dell’8 ottobre 2014 in cui qualcuno ammoniva Autostrade e le istituzioni del pericolo di crollo del viadotto. A svelarne il contenuto è stato il Tg di La7. Repubblica Genova ne riporta alcuni stralci.
La lettera fu indirizzata, all’epoca, all’allora amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, al sindaco di Genova Marco Doria e all’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaella Paita.
Firmata da un mittente anonimo (che scriveva «non firmo, perché non gradisco avere eventuali fastidi») parlava della Gronda e diceva:
«senza Gronda fra 10-15 anni bisognerebbe rifare il ponte Morandi. Con tutte le opere accessorie andiamo circa a 25 anni e il vecchio ponte intanto crolla… penso sia meglio prevenire».
Per la Procura, sono significative le lettere di risposta preparate per i vertici di Aspi da Massimo Meliani e Fulvio Di Taddeo, dirigenti oggi fra i 69 indagati per il crollo. In una nota, i due scrivono che
«si ritiene che la struttura del viadotto Polcevera, grazie alla costante azione di monitoraggio e di manutenzione preventiva messa in atto, sia idonea all’esercizio mantenendo i propri coefficienti di sicurezza a livelli non inferiori a quelli del progetto originario».
Ed aggiungevano che
«a fini precauzionali il piano prevede anche l’esecuzione degli interventi strutturali sugli stralli di pile 9 e 10 che risultano attualmente pianificati entro il 2020».
Scrivevano anche che
«non si ravvisa la necessità a breve termine di interventi di natura strutturale sui restanti stralli. Fermo restando ciò, si presume che entro la fine della Concessione un intervento strutturale analogo potrà rendersi necessario su questi ultimi».