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Per la Superlega a Inter e Milan sarebbero andati 100 milioni, alla Juve tra i 225 e i 300

La Gazzetta riporta le clausole del progetto, svelate da Der Spiegel. Il premio di entrata prevedeva tre fasce. Favorite Real Madrid e Barcellona anche nela distribuzione degli utili

Per la Superlega a Inter e Milan sarebbero andati 100 milioni, alla Juve tra i 225 e i 300

Non era un patto alla pari, quello della Superlega. La Gazzetta dello Sport riporta i dettagli delle clausole del progetto, svelate ieri dal settimanale tedesco Der Spiegel.

I 15 fondatori (inizialmente dovevano entrarci Bayern, Psg e Borussia, che hanno detto subito di no) sarebbero stati divisi in tre o quattro fasce. A ciascuno di loro sarebbe stato versato un “premio d’entrata” tra i 350 e i 100 milioni di euro, grazie al finanziamento di JPMorgan (3,525 miliardi di euro una tantum) da restituire in 23 anni a tassi ridotti (2-3%).

Nella categoria più bassa, 100 milioni, legata al valore del club secondo diversi parametri (e forse anche al coinvolgimento nell’iniziativa), c’erano Inter e Milan oltre ad Atletico e Borussia Dortmund. Quelle che contavano meno, benché si sapesse dell’impegno dell’a.d. rossonero Gazidis nella realizzazione del progetto. E la Juve? Non è chiaro se fosse stata inserita nella seconda o nella terza categoria, ma si parla di un’entrata tra i 225 e 300 milioni. Sicuramente più del doppio di Inter e Milan. Teste di serie di questa speciale classifica, chiamiamole così, erano i due club spagnoli, Real Madrid e Barcellona, ai quali sarebbero andati 350 milioni. Non l’unico “favoritismo” per loro. Ogni anno, infatti, al momento della distribuzione degli utili del torneo, Real e Barça avrebbero ricevuto 30 milioni supplementari a testa. Il che lascia supporre una specie di “diritto d’autore” sul torneo che puntava a un fatturato annuo di 4 miliardi di euro”.

Al netto dei circa 900 milioni tra spese organizzative, rimborso del prestito, solidarietà (impegno per rispettare i principi Ue) e quota per le due spagnole, scrive la Gazzetta, sarebbero rimasti 3,1 miliardi da distribuire a fine torneo ai 20 club.

“Anche qui in percentuali per niente democratiche: i risultati sportivi contavano soltanto per il 20 per cento (620 milioni), il resto era legato al “nome” dei club, in quote fisse, con briciole alle cinque squadre ospiti. Alla fine di tutte queste belle operazioni, un club avrebbe potuto guadagnare da un minimo di 55 milioni a un massimo di 240 a torneo (270 per le due spagnole). Le partite della Superlega sarebbero finite 30-20 (milioni), non 3-2 (gol)”.

Quanto alla clausola di uscita: se un club avesse abbandonato il progetto, avrebbe dovuto pagare circa 150 milioni di euro.

“A meno che, pare, non fossero rimasti soltanto in tre: e allora la Superlega si sarebbe sciolta da sé”.

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