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Leggendo la Gazzetta sembra che Gattuso sia stato oggetto di revenge porn

Non si capacita dell’addio a fine stagione e spara su De Laurentiis. Non ricordiamo attacchi simili ad Agnelli per gli esoneri di Allegri e Sarri

Leggendo la Gazzetta sembra che Gattuso sia stato oggetto di revenge porn

La Gazzetta di Cairo scende prepotentemente in campo. Due pagine con tanto di richiamo in prima: “Polveriera Napoli”. Due pagine sul presunto scombussolamento che ci sarebbe a Napoli, sulla guerra tra presidente e allenatore. Due pagine che ovviamente – come accade da mesi per tutti i media nazionali – si risolvono in una difesa sperticata di Gattuso l’uomo giornalisticamente più difeso di tutti i tempi, di ogni settore (che sia lo sport, la politica, l’aerospazio, la numismatica).

Due pagine su un addio ultra-annunciato. Che, attenzione, non è nemmeno un esonero. Termina il contratto e si salutano. Fino a prova contraria, un club ha ancora la libertà di decidere di non rinnovare il contratto a un proprio dipendente. Anche se questo si chiama Gattuso. La Juventus ha detto addio ad Allegri dopo cinque – CINQUE!!!!! – scudetti consecutivi (con ancora un anno di contratto, quindi lo ha esonerato); poi a Sarri pure lui dopo lo scudetto (con due anni di contratto) e nessuno alla Gazza ha fiatato. Lo stesso ha fatto l’Inter con Spalletti (lo sta ancora pagando). E potremmo proseguire a lungo. Ora non rinnovare a Gattuso, che forse (ce lo auguriamo tutti) si qualificherà per la prossima Champions, è lesa maestà. Misteri della fede.

Che doveva fare De Laurentiis? Non lo ha esonerato, lo ha tenuto (e i fatti gli stanno anche dando ragione), lo ha difeso con un comunicato e con svariati tweet. Sarà libero di credere che non è l’allenatore adatto al Napoli, o deve chiedere il parere preventivo all’Ordine nazionale dei giornalisti o all’Ussi (Unione stampa sportiva italiana)?

Leggendo l’accorato articolo del vicedirettore De Caro, sobriamente titolato “Prima del tecnico c’è sempre l’uomo. E va rispettato”, sembra quasi che Gattuso sia stato oggetto di revenge porn, o di stalking nei confronti suoi o di qualche familiare. C’è anche un passaggio palesemente falso: “era stata tirata in ballo addirittura la morte della sorella. Porcherie”. Porcherie in effetti è la parola giusta, perché non ricordiamo nulla di simile nemmeno sul più anonimo dei profili social.

Continuiamo a essere sconcertati. Ma quale affronto avrebbe subito Gattuso da parte della società? Che a un certo punto, quando il Napoli non vinceva nemmeno per sbaglio, De Laurentiis si è messo al telefono per cercare un altro allenatore? E allora? Ogni volta che un presidente cerca un altro allenatore, la Gazzetta monta due pagine parlando di affronto? Dovrebbe pubblicare un quotidiano di 150 pagine. E per Agnelli che ha incontrato Allegri a Forte dei Marmi, allora Pirlo che dovrebbe dire? Dovrebbe andare alla polizia? Invece, guarda un po’, è stato persino costretto a dichiarare che lui era stato informato. Certo come no, e noi siamo Mandrake.

Non vogliamo ripeterci, ma Gattuso ha subito un quarto – un quarto – delle critiche ricevute a Napoli da Benitez e Ancelotti (in quel caso sì, con mancanze di rispetto nei confronti degli uomini) eppure non ricordiamo doppie pagine della Gazza.

È sconcertante questo strombazzamento dei media nazionali per Gattuso. Su carta, in tv, in radio. Ovunque. Fatevene una ragione. Non sarà più l’allenatore del Napoli. È l’allenatore più coccolato del pianeta. È bravissimo? Bene, avrà modo di dimostrarlo, speriamo con una qualificazione Champions nel curriculum. Potrà dimostrarlo alla Fiorentina o magari al Real Madrid se Florentino Perez dovesse pensare a lui per il dopo Zidane.

Non sarà certo per l’addio di Gattuso che il Napoli non avrà più top allenatori. È l’esatto contrario. È arrivato Gattuso perché è stata sospesa la stagione dei top allenatori. Vedremo se riprenderà.

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