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L’economia della Juve dipende dalla Champions, se perde domani è nei guai. Il Napoli no

La gazzetta: “Un quarto dell’intero giro d’affari della Juve dipende dalla Champions”. Il Corsport: “Il Napoli ha cassa e zero debiti, potrebbe assorbire meglio la mancata qualificazione”

Un quarto del giro d’affari operativo della Juventus dipende dalla Champions League. Lo scrive la Gazzetta dello Sport analizzando la situazione finanziaria dei bianconeri a due giorni dalla sfida col Napoli che potrebbe creare un buco nei bilanci senza precedenti. Se la Juve perdesse lo scontro diretto e il treno Champions sarebbe in serissimi guai. Il Napoli, invece – scrive il Corriere dello Sport – “ha un modello di business più equilibrato” e potrebbe assorbire meglio l’eventuale mancata qualificazione alla prossima Champions.

“Senza considerare gli effetti indiretti e non quantificabili sul marchio, sul parco giocatori” – scrive la Gazzetta dello Sport –  “Negli ultimi anni il budget è stato stilato ponendo come obiettivo minimo gli ottavi di Champions”.

“A partire dal 2012-13, la stagione successiva al primo scudetto e quindi coincidente con il ritorno in Champions, la Juventus ha incassato circa 720 milioni di euro di premi Uefa, compresi quelli di questa edizione. Se vi aggiungiamo il botteghino della coppa (circa 70 milioni) saliamo a quota 790 milioni su un totale di 3,3 miliardi di ricavi, al netto del trading, nell’arco dello stesso periodo di tempo: praticamente un quarto del fatturato operativo. Mediamente i premi Uefa si sono attestati attorno agli 80 milioni a stagione, con il record di 110 nel 2016-17”.

Ma “non è solo una questione di gettoni di presenza”. La mancata qualificazione “di sicuro impatterebbe sui contratti commerciali. Un esempio fra tutti: quello con Jeep  prevede un “malus” di 2 milioni in caso di non qualificazione alla Champions. Più in generale, la mancata visibilità sui mercati internazionali nuocerebbe al brand che ormai ha una vocazione globale e si è alimentato grazie alla percezione di una Juve quale top club europeo. E le ricadute si estenderebbero all’appeal sul calciomercato in entrata e ai prezzi dei giocatori da vendere per riequilibrare i conti già compromessi dal coronavirus e dai massicci investimenti degli ultimi anni”.

Il Napoli invece, scrive il Corriere dello Sport, “ha una struttura di costi fissi più leggeri. Il Napoli adotta un meccanismo di ammortamento decrescente molto prudenziale che ha consentito in passato di recuperare rapidamente gli investimenti”. E più in generale, il Napoli “ha molta cassa, e zero debiti finanziari”.

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