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«Il business del calcio, dove la competenza dei manager è quasi un handicap»

Per il Sueddeutsche Zeitung ora “sfotterli non è un’opzione, è un dovere: un qualsiasi studente appena uscito da scuola farebbe meglio”

«Il business del calcio, dove la competenza dei manager è quasi un handicap»

Tra qualche tempo tireremo le somme e capiremo le proporzioni del danno cumulativo d’immagine dei top manager del calcio europeo, dopo la figuraccia planetaria della Superlega. L’aveva detto anche a noi del Napolista un esperto di finanza, prima che tutto crollasse: sopravvalutiamo questi professionisti. Un refrain ormai chiaro a tutti: l’hanno scritto i migliori editorialisti del Guardian, del Telegraph, del Pais, e di mezza stampa continentale.

Per il Sueddeutsche Zeitung ora “sfotterli non è un’opzione, è un dovere”.

“Ciò che i miliardari di Madrid, Manchester e Milan hanno fatto non può essere battuto in termini di pasticcioneria e infantilità”. “Il vero problema di questo ramo dell’industria è una galoppante mancanza di spirito. Nel business del calcio la competenza è quasi un handicap. La maggior parte dei manager del calcio si occupa d’altro. In sostanza, ogni studente che lascia la scuola potrebbe guidare un veicolo del genere, purché non gli mancasse la necessaria astuzia”.

I ribelli della Superlega “pensavano di ricevere applausi. Pensavano che sarebbero stati salutati come audaci conquistatori se avessero abbattuto il resto dell’industria con false risoluzioni e poi teso loro un’imboscata con una flotta di investitori americani, avvocati e professionisti delle pubbliche relazioni”.

E invece “il fallimento dei dodici rinnegati è infinito. Quelle teste ora stanno rotolando e i club rinnegati hanno subito enormi danni alla loro immagine”.

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