A Libero: «Io sono il primo a essere malato di calcio ma da qui a considerarlo più importante della cultura ce ne passa»
Nell’intervista rilasciata a Libero, in cui commenta le reazioni alla sua interpretazione di Luciano Spalletti nella serie tv dedicata a Totti, Gian Marco Tognazzi parla anche del calcio in generale. Per la precisione, di quanto il calcio sia diventato totalizzante, considerato più importante della cultura.
«Sono un romano di Roma ma di origine lombarda. Mio padre Ugo era di Cremona e fino a tre anni io ho vissuto in provincia di Varese, a pochi passi da Maranello. Ricordo ancora quando mi portava a vedere gli allenamenti: c’era Rivera emozionato a vedere lì mio papà… Oggi accade il contrario. I calciatori sono più noti degli attori. Ora, io sono il primo a essere malato di calcio ma da qui a considerarlo più importante della cultura ce ne passa».
Tognazzi parla anche dell’assenza di pubblico e del fatto che mentre gli stadi sono aperti, i teatri e i cinema restano chiusi.
«Beh, in realtà non c’è il pubblico nemmeno allo stadio e la partita è un po’ come un concerto: è una performance collettiva. Tutti stiamo accusando gli effetti del Covid. Certo, il mondo dello sport ha trovato una contromisura che tiene il loro sistema più in piedi del nostro, nonostante le perdite».