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«Le scuole? Bisogna conteggiare l’aumento dei tamponi, gli alunni non sono più contagiosi degli adulti»

L’epidemiologa Gandini a Il Fatto: «I contagi avvengono principalmente tra adulti e adulti anche nelle scuole. Ma il rischio zero non esiste. Le scuole non sono “sicure in assoluto” come nessun luogo durante una pandemia»

«Le scuole? Bisogna conteggiare l’aumento dei tamponi, gli alunni non sono più contagiosi degli adulti»

Il Fatto intervista l’epidemiologa Sara Gandini, biostatistica e docente di Statistica medica all’Università di Milano. Il tema è quello dei contagi nelle scuole. Per lei, “la scuola resta uno dei posti più sicuri”. E parla di una vasta letteratura scientifica che scagiona i bambini come portatori del contagio più degli adulti.

«Per quanto riguarda la trasmissibilità, nel più recente report di Public Health England (agenzia governativa per la sanità pubblica), Investigation of novel SARS-CoV-2 variant Variant of Concern 202012/01 Technical briefing 3, sono riportati importanti volumi di dati provenienti da un’analisi comparativa dell’attività di contact tracing su individui infettati dal virus normale e dalla cosiddetta variante inglese. Quei dati, commentati anche dalla rivista Nature, mostrano che gli individui in età scolare non presentano una trasmissibilità della variante inglese superiore agli adulti. Però hanno interrotto la didattica in presenza, anche per i piccoli. Pare sia stata condizionata dall’analisi dei tassi di incidenza riportati nel report dell’Iss. I grafici sembrano mostrare un aumento a febbraio 2021 dei casi nella fascia di età 10-19. Questi dati vanno però considerati alla luce del fatto che con il 2021 sono iniziate diverse campagne di screening nelle scuole con test rapidi che hanno reso non confrontabili le varie classi di età, perché negli altri luoghi e per le altre professioni non si esegue un simile numero di test. In breve, se si confrontano i tassi di positività senza tener conto di questo si ottengono risultati non confrontabili».

L’Emilia Romagna è l’unica regione che pubblica i dati dei contagi nelle scuole e per età. La Gandini lo reputa un passo in avanti.

«Sì perché nel report mostrano che c’è stato un leggero incremento (da 11% a 13%) negli adolescenti negli ultimi 30 giorni rispetto a settembre 2020, a fronte di un numero di tamponi che è più che raddoppiato, da 115mila a gennaio a 242mila di marzo 2021».

All’epidemiologa viene chiesto se è giusto legare il ritorno a scuola alla vaccinazione degli insegnanti. Risponde:

«Le pubblicazioni scientifiche internazionali non mostrano rischi più elevati negli insegnanti rispetto alle altre categorie professionali».

E infine, tra la differenza tra bambini e adolescenti:

«Il rischio cresce con l’età. Gli adolescenti si contagiano e contagiano di più rispetto ai bambini e meno rispetto agli adulti. Anche una recente pubblicazione su Science ha mostrato che la classe di età che contribuisce in modo sproporzionato alla diffusione del virus è quella degli adulti (20-50 anni). I contagi avvengono principalmente tra adulti e adulti anche nelle scuole. Intendiamoci: il rischio zero non esiste. Le scuole non sono “sicure in assoluto” come nessun luogo durante una pandemia, ma ci sono protocolli da seguire. E come per ogni scelta, va fatto un bilancio tra rischi e benefici».

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