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La grazia e la classe di Fabian e Zielinski ci dicono che è stata una stagione sprecata

Gattuso non è stato il male del Napoli, ma è un allenatore in costruzione che ha gestito la tempesta da solo dopo aver rovesciato l’otre di Eolo

La grazia e la classe di Fabian e Zielinski ci dicono che è stata una stagione sprecata

Seguiamo il consiglio del bravo Marco Bucciantini che elogia Napoli definendola terra di sublimi narratori, senza perdere il gusto di edificare alla bellezza il solito altare che tanto ci manca e ci è mancato in questi mesi, spoglio di attenzioni alla sua grazia e di inutili preghiere lanciate e inascoltate. Sul podio ci sale senza dubbio il poeta polacco, straordinario autore di quartine a ripetizione che fa balbettare i fautori del logismo “stop orientato”.

Costruttore di gallerie, tunnel a volontà e docente di letteratura pallonara contemporanea. Zielinski è “il silenzio parlo io” urlato in un’aula di scolari indisciplinati. Al suo fianco ma anche dietro, avanti, in mezzo, su di lui c’è Fabian Ruiz. L’andaluso, il dinoccolato che parte box to box ed ha imparato anche ad interdire mettendo sul quel sinistro tutta la soap opera esagerata di chi gli ha sempre rinfacciato l’essere sopravvalutato, Basta guardare i numeri, con Ruiz e senza di lui, basta vederlo in nazionale, basta osservarlo mentre ne ha tre addosso e con la stessa semplicità di uno scooter nei vicoli della Sanità, si divincola tenendo gli occhi lì dove ha già deciso di tracciare la linea di delimitazione tra un calciatore normale ed uno che diventerà, sta per diventare un fuoriclasse. Piotr e Fabian, dighe e scribi, papiri e mattoni, anime e corpo, quadri e cornice ma soli non sarebbero questi. Dieci polmoni non li hanno c’è bisogno di Diego Demme, l’equilibratore, la livella, il catenaccio, il sacrificato, quello che spacca e tiene i compagni nel tiro alla fune. Spesso sempre solo, rattoppa buche come un asfaltista esperto, rincorre gli strafalcioni dei compagni, si carica sulle spalle ogni volta l’insensato passaggio diretto del portiere nell’area di rigore. Sempre con la stessa faccia, sempre piegato in due dalla fatica. Diego, Fabian, Piotr il centrocampo tra i più forti d’Italia che si ritrova ad essere quinto, Con una squadra così, andare a giocare alcune partite in undici davanti la porta è quasi blasfemia. Con tre così pensare di essere scarsi è negazionismo virtuoso.

Marco Bucciantini è un fine e autentico esempio di letteratura applicata al giornalismo e per questo cogliamo la sfida alla narrazione, quella seria e ponderata. Gattuso non è stato il male del Napoli in questa stagione, è stato serenamente Gattuso un allenatore in costruzione che si è ritrovato a gestire la tempesta da solo dopo che frettolosamente ha rovesciato l’otre di Eolo, facendo spirare venti e incertezza su tutta la squadra. Questo Napoli, questa rosa, questa grazia vista ieri e a Milano, contro due squadre tecnicamente inferiori, ci dimostrano che è stato un anno sprecato.

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