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Il Fatto: la partita non è sui diritti tv ma sul futuro industriale del calcio

Dietro il duello tra le offerte tra Sky e Dazn ci sono l’eventuale ingresso dei fondi che i grandi club non vogliono perché sperano nella SuperLega

Il Fatto: la partita non è sui diritti tv ma sul futuro industriale del calcio

Da quasi tre mesi la Serie A è impantanata sull’assegnazione dei diritti tv e, scrive il Fatto Quotidiano, non si è accorta che è solo un tassello di una partita molto più grande dove giovano i veri top player e si decidono le future strategie per il Paese.

Le opzioni sono due, quella di Sky che per offre 750 milioni che però non può trasmettere partite in esclusiva su internet e quindi propone l’avvio di un “canale della Lega” online; quella di Dazn che mette sul piatto un’offerta di 840 milioni per il campionato in streaming: 7 partite in esclusiva, 3 in condivisione.

I club ovviamente si sono spaccati, ma non sul tema dei diritti bensì su quello dell’ingresso dei fondi d’investimento: i big, Agnelli, Lotito, De Laurentiis sono contrari “per non perdere potere o tenersi liberi in vista di un’ipotetica SuperLega europea”

Il ricatto è “niente diritti tv senza fondi” e viceversa: uno stucchevole braccio di ferro che si è trascinato ormai pericolosamente vicino alla scadenza delle offerte a fine marzo

Quello che rende golosa l’offerta di Dazn è ovviamente il fatto che alle spalle sia uscita allo scoperto Tim. Era da tempo infatti che il mondo del calcio attendeva che il colosso della telefonia si accorgesse di loro e il momento è arrivato.

Il business del futuro, e già del presente, è l’integrazione fra contenuti e telefonia: crearsi una piattaforma online, metterci dentro qualcosa di interessante e permettere a clienti di godersela, comodamente connessi, come e quando vogliono. Un mercato esploso durante la pandemia con milioni di persone costrette a casa (+60% di visualizzazioni nel secondo semestre 2020) e destinato a crescere ancora

Tim si è accorta del fatto che Sky, alleandosi con Comcast, si candida ad essere un concorrente seriamente pericoloso e si è affrettata a buttarsi nella mischia rendendo noti dati sulla sua diffusione che però secondo l’Agcom sono gonfiati in quanto Tim è dietro a Fastweb, Vodafone e WindTre per numero di clienti coperti in fibra.

È finito da un po’ il tempo del duopolio Rai-Mediaset con spruzzate di Sky o La7, mai nata davvero la guerra Sky vs Dazn

Il calcio dunque è solo un mezzo per operazioni economiche molto più grandi, mentre il pubblico si interroga per capire se davvero si è pronti al salto sul digitale.

Tra connessioni difettose, pigrizia, frammentazione dell’offerta (la Champions resterà comunque su Sky), c’è il rischio di perdersi più di qualche tifoso per strada.

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