Bortolotti: «Mi hanno insegnato che il calcio è un gioco a vincere». Beccantini: «i calciatori giocano con l’alibi, tanto è sempre colpa dell’allenatore»
Il Corriere dello Sport dedica un focus oggi al tonfo delle squadre italiane nelle competizioni europee dopo l’uscita della Lazio con alcune voci eccellenti tra cui Italo Cucci e Mario Sconcerti. Uno dei punti fondamentali su cui si sofferma sono i tecnici di cui l’Italia si vanta, ma che forse non sono al livello degli spagnoli o dei tedeschi. Ma l’allenatore non può diventare un alibi per i calciatori secondo Roberto Beccantini
«i giocatori oramai entrano in campo con l’alibi incorporato: tanto, si vinca o si perde, vince o perde “lui»
Il problema, secondo Cucci invece è che il migliore è in ferie
«Il migliore, Allegri, è in ferie coatte. Conte è solo in ritardo. Pioli ci sta provando. Gasperini deve imparare a “sporcarsi”. Spero che crescano gli Italiano senza perdersi in labirinti tattici»
Attacca il calcio estetico invece Adalberto Bortolotti
«Mi hanno insegnato che il calcio è un gioco a vincere. Io, passatista, rimpiango Trapattoni, che ha vinto dovunque. Anche Capello ha smesso, Ancelotti naviga, dopo aver forse già dato il meglio di sé, Allegri è in perenne stallo sabbatico»