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Arbore: “La Faranda mi confessò che le Brigate Rosse trovarono occupato a L’Altra Domenica»

Intervista al Corsera: «Portammo le telefonate in tv, col 3139. Ero preoccupato che potessero chiamare i terroristi. E infatti anni dopo…»

Arbore: “La Faranda mi confessò che le Brigate Rosse trovarono occupato a L’Altra Domenica»

Il Corriere della Sera intervista Renzo Arbore che ha parlato del programma tv L’Altra Domenica nato nel 1976.

«L’altra domenica era una maratona per un pubblico scetato. Sveglio, come si dice a Napoli. All’inizio, un riempitivo dello sport. Poi le sezioni furono separate e il programma sfondò. Tanto che nell’autunno di quell’anno Raiuno varò Domenica in, il varietà della rete ammiraglia».

Subito cambio di marcia.
«Volevamo rompere gli schemi tradizionali. Creammo le primogeniture e proponemmo il valletto muto Andy Luotto, un cugino italo-americano che sapeva dire solo: buono e no buono. Luotto era contrapposto alle ragazze parlanti, le inviate: Milly Carlucci, Isabella Rossellini, Silvia Annichiarico, Mimma Nocelli, Françoise Riviere. Completavano la redazione Michel Pergolani, Fabrizio Zampa e il fantasista Gianni Minà».

Più donne che uomini. Profetico.
«Frequentavo le femministe in via del Governo Vecchio, a Roma, con Mariangela Melato, la mia fidanzata. Mi chiedevo: come fanno a tollerare le vallette che aprono le buste ma non dicono una parola?».

Poi ci fu il 3139, il telefono a disposizione del pubblico.
«Alla radio c’era Chiamate Roma 3131. In tv, niente. Il telefono era ritenuto pericoloso. Aprimmo l’epoca del: da dove chiama? Lanciavamo sciarade, rebus, enigmi. Inventammo il cruciverbone».

Qualche problema ci fu.
«Erano gli anni di piombo. Più che le parolacce temevamo le telefonate dei terroristi. Andai dal direttore Andrea Barbato e chiesi: se chiamano le Brigate rosse, che faccio? Lui: non riattaccare, lasciali parlare. Non capitò, ma…».

Ma…
«Qualche anno fa venne a casa mia un fotografo francese per un servizio artistico (mai uscito). La sua assistente mi avvicinò: mi riconosci? Sono Adriana Faranda. Ricordai i timori di allora. Lei mi rivelò che più volte le Br avevano pensato di chiamare. Ma le linee erano sempre occupate».

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