Sconcerti: “Gli arbitri sono una lobby di avversari, se uno sbaglia l’altro è contento perché lo scavalca”
A La Verità: "Sono incapaci di ordire complotti, perché sono l'uno contro l'altro. Non hanno solidarietà di categoria"

In una lunga intervista a La Verità (ripresa da Dadospia) Mario Sconcerti parla di tutti i temi caldi del calcio italiano, e si sofferma anche sugli arbitri, ora che Alfredo Trentalange è stato eletto nuovo presidente dell’Associazione italiana arbitri, al posto di Nicchi, che era in carica dal 2009. Una rottura di una lobby di potere, per molti. Ma una lobby molto particolare per Sconcerti.
«Considero gli arbitri la parte migliore del calcio. È impossibile che portino avanti un complotto perché sono una lobby nella quale tutti competono. Lo scopo di ognuno di loro è arbitrare la partita più importante. Tra avversari non si allestisce un complotto per favorire qualcosa o qualcuno. Poi i disonesti ci sono dovunque, anche tra i giornalisti. O tra i giocatori che vendono le partite».
«Gli arbitri sono la parte migliore perché la più selezionata. Sono 50.000, ma in Serie A ne arrivano una decina all’anno. Dopo di che sono un mondo a parte, come la magistratura. Fra gli arbitri però non c’è solidarietà di categoria: se uno sbaglia, gli altri sono contenti perché lo scavalcano».
Sconcerti parla anche del caso Suarez:
«Mi appare straordinario per due motivi. Il primo è la clamorosa ingenuità di campagna commessa dai professori dell’università di Perugia che hanno agito come tifosi. Un’ingenuità riconosciuta perché sono tutti rei confessi. La seconda stranezza è che siano passati sei mesi e nessuno abbia fatto un passo avanti. Mi sembra una vicenda più grossolana che seria, anche se c’è stato un protocollo forzato per diventare cittadini italiani».