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Luigi Serino premiato a Londra per “Marucchì – The Moroccan”, vita clandestina di un immigrato

Il cortometraggio è stato premiato come Best Narrative Short al London Indie Film Festival of 24 Frames. Il regista napoletano vive in Inghilterra

Luigi Serino premiato a Londra per “Marucchì – The Moroccan”, vita clandestina di un immigrato

L’obiettivo alla base di questo prodotto cinematografico era ambizioso e molto personale: sottolineare il disagio sociale e al tempo stesso farlo da una prospettiva diversa, che potesse essere compresa appieno anche da chi non vive tutte le contraddizioni di Napoli. Proprio come il regista, che è cresciuto a Quarto ma che poi ha scelto di trasferirsi in Inghilterra, a Reading, dove tuttora risiede. Il messaggio, insomma, doveva risultare universale, capace di lasciare un segno in ogni tipo di spettatore. Luigi Serino è riuscito in questa missione con Marucchì – The Moroccan. Il cortometraggio, della durata di 25 minuti e prodotto da Mos Maiorum Films con Minghella Studios e Image Mobility Fund, è stato presentato al London Indie Film Festival of 24 Frames che l’ha eletto vincitore del premio come “Best Narrative Short” nel mese di gennaio. Con questo riconoscimento, Serino potrà concorrere anche alla sezione finale dove saranno scelti i vincitori del 2021.

Marucchì mostra le difficoltà della vita clandestina di un immigrato, che vive oltre i limiti della legalità, non ancora assorbito dal tessuto sociale. Una situazione che lo espone ad un rischio reale, quello di deviare verso la criminalità. Il conflitto morale è evidente per tutta la durata della pellicola, il dolore è perfettamente rappresentato da inquadrature sincopate, in cui luoghi e rumori servono ad esaltare la solitudine di un uomo costretto a combattere innanzitutto contro sé stesso e le tante complessità del mondo esterno che spesso schiacciano chi compone la base della piramide. Il frutto di otto mesi di lavoro è evidente nella ricerca della massima precisione: Serino ha immaginato le sensazioni dello spettatore e ha fatto di tutto per fargliele provare, ma senza risultare invadente.

Il racconto si ambienta tra Napoli e Quarto, senza essere l’ennesima testimonianza della contaminazione criminale di certi ambienti. I cattivi infatti non appartengono a un sistema mafioso, come si evince da diversi indizi sparsi dal regista. Serino ha scelto location precise, riconoscibili, più per rendere omaggio al contesto in cui ha vissuto, senza inseguire lo stile delle serie crime. Il successo di questo corto si spiega col modo in cui sono stati trasferiti tutti gli input: allo spettatore restano dei vuoti da riempire così come per il resto ha un quadro chiarissimo della situazione e del racconto. Questa limpidezza è stata raggiunta anche grazie alle ottime interpretazioni dei tre attori: Hanad Sheik nel ruolo di Omar, Giuseppe Cirillo nel ruolo di Ciro, Gianluigi Signoriello nel ruolo di Diego.

In definitiva, le sensazioni di sconforto permeano in modi diversi nello spettatore. La denuncia sociale arriva non tanto con gli atti criminali, che facilmente aprirebbero a strumentalizzazioni politiche e geografiche, ma attraverso l’esplicita difficoltà nel farsi strada nel mondo. Un tema comune alla maggior parte dei paesi sviluppati che devono gestire importanti flussi migratori. La criminalità, la città di Napoli, spingendosi fino all’uomo extracomunitario stufo di essere considerato un elemento spersonalizzato della società, sono tutte componenti accessorie di un insieme compatto e strutturato con coerenza, che a tratti fa dimenticare l’effettiva dimensione della realtà in cui il corto si è affermato.

marucchi -the Moroccan official english subs from Mos Maiorum films on Vimeo.

 

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