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Il Napolista è in lutto per Sergio Gallo

Aveva 81 anni. Una vita per il Pci. È cresciuto a L’Unità, ha lavorato anche a Paese Sera e al Mattino. Lascia Sofia l’amore della sua vita, due figli e due nipoti

Il Napolista è in lutto per Sergio Gallo

Sergio Gallo se n’è andato. Aveva 81 anni. Una vita per la famiglia, il giornalismo, la militanza politica a sinistra. Lascia la moglie Anna Sofia con cui ha diviso oltre sessant’anni.

A L’Unità entrò da fattorino. Nei suoi racconti c’era Renato Caccioppoli che ubriaco arrivava sul tardi in redazione. È anche citato ne libro di Ermanno Rea “Mistero Napoletano”. Poi, divenne giornalista. Sostituito, nel ruolo di fattorino da Mario Riccio.

A L’Unità, a quei tempi, sono legati i suoi ricordi più belli. L’Angiporto Galleria. Lo stanzone di via Cervantes. Quello stanzone che per noi bambini degli anni Settanta era una sorta di Edenlandia. Il pallone, il basket, la possibilità di disegnare, questi adulti che parlavano, litigavano, ridevano, fumavano. La macchina per scrivere di Federico Geremicca che aveva il posacenere sul tamburo.

Papà ricordava sempre con piacere quei tempi. Il partito e il giornale erano la sua vita.

Lasciata l’Unità, ha lavorato a Paese Sera. Poi, un periodo di difficoltà e Enzo Giustiniani gli offrì la possibilità di lavorare a Teleoggi. Quindi l’approdo al Mattino. Dove fu assunto da Pasquale Nonno nonostante il suo essere comunista. E dove è rimasto una decina di anni, fino alla pensione. Una volta in pensione non ha praticamente mai più scritto. Si è dedicato alla prima nipote, Alessia. Poi ne ha avuto un altro: Adriano. È rimasto un divoratore di giornali. Aveva una concezione sacrale  del lavoro. Dell’abnegazione. Detestava la sciatteria. In tutto, anche nell’abbigliamento.

È difficile scrivere di papà. E dell’educazione dei comunisti italiani. Papà ci – mia sorella Daniela ed io – ha educati alla libertà. Le pause pranzo con noi figli lo descrivono perfettamente. La musica a tutto volume. E l’alternanza tra gli Inti-Illimani, La vie en rose di Grace Jones e Franco Califano.

Ci fermiamo qui, ovviamente tante cose le abbiamo dimenticate. Possiamo solo dire che, da figli, è stato un privilegio averti come papà. Soltanto l’amore riesce a superare la stima che abbiamo sempre avuto di te.

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