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Capello: «I portieri giocano più palloni dei centrocampisti. Che senso ha il retropassaggio sistematico?»

Al CorSport parla delle degenerazioni tattiche del calcio italiano. In Europa servono «attenzione, forza, energia, intensità e la qualità dei giocatori. Altrimenti non ci sono schemi che tengano» 

Capello: «I portieri giocano più palloni dei centrocampisti. Che senso ha il retropassaggio sistematico?»

Il Corriere dello Sport intervista Fabio Capello. Per lui la difficoltà riscontrata dalle italiane in Europa dipende da un nostro limite.

«Il nostro calcio non riesce a superare il proprio limite, che è quello della supremazia della tattica, peggio, del tatticismo su ogni altro aspetto che contribuisce a vincere a livello internazionale».

Aspetti che elenca:

«L’attenzione, la forza, l’energia, l’intensità e la qualità dei giocatori. Sottolineo: la qualità dei giocatori. Senza queste componenti non ci sono schemi che tengano».

Il calcio italiano non è performante. Inoltre, si porta dietro «altre degenerazioni tattiche, frutto di un certo guardiolismo».

Capello si riferisce alla costruzione dal basso.

«Ormai i portieri giocano più palloni dei centrocampisti. Come può essere? Il retropassaggio sistematico che significato ha? Ci si dimentica di giocare in avanti».

La costruzione dal basso serve, come il giro palla, se avviene velocemente.

«La palla deve suonare quando la si passa. Da noi, troppo spesso, rotola. Finisce che diventi prevedibile. È addirittura successo anche all’Atalanta, che per me gioca un calcio internazionale. Visto quanti palloni sono stati intercettati dal Real? È segno di predisposizione al recupero».

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