Scuola, le Regioni preoccupate per la riapertura. Bonaccini: «Il governo ci riconvochi»

Il presidente della Conferenza Stato-Regioni: «Se c'è preoccupazione che l'apertura possa comportare ancora un rischio, alla luce dei numeri, ci si ritrova e si discute». Veneto, Lazio e Puglia per la chiusura

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Il 7 gennaio si avvicina e con esso la data in cui gli studenti dovrebbero ritornare in classe in presenza. Ma le Regioni lanciano l’allarme attraverso il presidente della Conferenza Stato-Regioni e dell’EmiliaRomagna Stefano Bonaccini. Intervenuto al Tg3 ha dichiarato:

«Sulla riapertura delle scuole il governo ci riconvochi. Se c’è preoccupazione diffusa nel Paese che questa possa comportare ancora un rischio, alla luce dei numeri che ci sono, eventualmente ci si ritrova e si discute. E capiamo anche il governo cosa ritiene, visto che ho sentito anche voci che provengono da esperti che il governo utilizza per prendere decisioni che poi riguardano la parte scientifica».

A dichiararsi contrario alla riapertura delle scuole, oggi, è stato anche il presidente del Veneto Luca Zaia, che lo ha espressamente dichiarato in un’intervista a Repubblica. E, al Messaggero, l’assessore alla Scuola del Lazio ha dichiarato:

«Con questi dati in crescita faccio un appello al governo a riflettere bene sulla riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. Devono restare chiuse in tutta Italia».

In Puglia, intanto, il governatore Michele Emiliano ha deciso di dare la possibilità, alle famiglie, di scegliere la didattica a distanza.

«In tempo di pandemia si ritiene che le famiglie debbano poter decidere di non esporsi ai rischi derivanti dalla frequenza obbligatoria a scuola, rischi che in classe esistono come in ogni altro luogo di comunità».

In Campania è già chiaro che a tornare in classe il 7 gennaio saranno, al massimo, gli studenti della scuola materna e delle prime due classi delle elementari. Ma sono comunque da verificare i dati dell’epidemia.

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