L’ex vicepresidente del Cio al Corsera: «Ora il Coni non è autonomo dalla politica. No, non funziona così. Non possiamo permettercelo, né in Italia né altrove»
Il Corriere della Sera ha intervistato Juan Antonio Samaranch junior, 61 anni, ex vicepresidente del Cio sulla situazione dei prossimi giochi Olimpici a rischio a causa della pandemia. Tutto può ancora succedere, la speranza è ovviamente quella di disputare i Giochi ed anche con la presenza del pubblico, ma potrebbero anche essere cancellati.
Per prendere una decisione definitiva si aspetterà fino all’ultimo momento, non esiste un termine massimo
«Quando me lo chiedono, io rispondo: il più tardi possibile. Ho imparato che le opinioni possono cambiare rapidamente in un senso o nell’altro».
La pandemia ha causato e continua a causa non pochi problemi al mondo dello sport olimpico, ma si spera che con l’arrivo dl vaccino la situazione possa decisamente cambiare.
Il 27 gennaio l’Italia potrebbe essere sanzionata: a Tokyo andrebbe senza inno, bandiere e altri simboli.
«Il Cio non ha diritto di interferire con un governo. Ma ricorda che l’indipendenza dei comitati olimpici è sacra ora il Coni non è autonomo dalla politica. No, non funziona così. Non possiamo permettercelo, né in Italia né altrove»
«Sono situazioni diverse, certo. Ma parliamo dell’Italia: il suo problema va risolto in modo “olimpico” e al più presto. Tira aria di crisi, nel vostro governo: eppure i nodi vanno sciolti. Il momento dei rinvii è finito, la soluzione è amministrativa e non è complicata: bastano cinque minuti e la buona volontà».
Il problema in Italia va risolto ed al più presto dunque, anche se non si può arrivare ad immaginare un’Italia fuori dal mondo olimpico