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«78 ciclisti lanciati in volata a 70 all’ora tra gli spigoli delle case, così è morto mio figlio»

Giovanni Iannelli era una promessa, caduto e morto a 22 anni nel 2019. Il padre ha denunciato la mancanza di sicurezza delle gare. L’intervista su Libero

«78 ciclisti lanciati in volata a 70 all’ora tra gli spigoli delle case, così è morto mio figlio»

Giovanni Iannelli era con Filippo Ganna nella Nazionale juniores di ciclismo e ha corso la Parigi-Roubaix con la maglia azzurra. E’ morto a 22 anni il 7 ottobre 2019 cadendo in volata a 144 metri dal traguardo dell’87esimo Circuito Molinese, gara del calendario piemontese Elite/Under 23. Dopo aver sbattuto la testa contro lo spigolo non protetto di una colonna in mattoni, a filo strada, al civico 45 di via Roma, a Molino dei Torti. (Il video della caduta è qui)

Lo racconta il padre in un’intervista denuncia a Libero. Sulle condizioni di (non) sicurezza di quella gara sono stati aperti tre procedimenti, sportivo, civile e penale. Carlo Iannelli, il padre, è un avvocato civilista di Prato, per 30 anni impegnato nel ciclismo, ex vice presidente del comitato toscano della Federazione Ciclistica Italiana (Fci), e attuale Componente della Prima Sezione del Tribunale Federale della Fci. Sa quel che dice: quella, come tante altre, era una gara “illegale”.

«Quel giorno, come nelle edizioni precedenti, hanno chiuso gli occhi sulla sicurezza. Nella volata finale del circuito pianeggiante erano arrivati in 78 lanciati a 69 all’ora in una strada larga poco più di 5 metri, senza marciapiede, tra gli spigoli delle case, delimitata da due fasce laterali in porfido; il regolamento della Fci per simili gare prevede almeno 100 metri obbligatori di transenne su ogni lato prima del traguardo e almeno 50 metri dopo; stessa cosa le autorizzazioni amministrative».

Invece, come accertato dalla Corte Sportiva d’Appello della Fci, quella strada non poteva essere omologata. “C’erano addirittura scooter e biciclette parcheggiate a bordo strada”.

Tutto ciò ha portato ad un’ulteriore condanna sportiva (patteggiata): 1000 euro di ammenda agli organizzatori della gara, la G.S. Bassa Valle Scrivia, 8 mesi di inibizione per il presidente Ferrari, il Direttore di corsa Danilo Massocchi e il Vice direttore di corsa Francesco Dottore. «Sanzioni ridicole e offensive – commenta Iannelli – che non impediranno a costoro, che si sono sempre dichiarati non responsabili, di organizzare nuove gare con le stesse modalità. Andrebbero radiati. O si aspetta un’altra morte?».

E ancora, denuncia, «ho prodotto 8 faldoni di documenti sulle irregolarità del 5 ottobre e le “stranezze” successive ma il tutto deve essere chiuso senza colpevoli, senza contraddittorio, perché è un caso politico. Quel giorno, come avvenuto, volevano che la gara partisse e finisse sotto il balcone del sindaco di Molino dei Torti, Anna Fantato, dove fra gli ospiti c’era anche l’ex ministro della Salute, Renato Balduzzi, “padrino” della gara».

Iannelli ha inviato una denuncia di 100 pagine alla Procura Generale dello Sport del Coni, ha informato il presidente della Repubblica, Mattarella, e il Comandate Generale dei Carabinieri, Nistri. Il senatore Riccardo Nencini ha presentato due interrogazioni parlamentari. «Ho avuto la solidarietà pubblica di Vincenzo Nibali, Gianni Bugno, Silvo Martinello, e privata di molti altri ciclisti di fama in attività, che non possono esporsi perché rischiano ritorsioni. Mentre il ct della Nazionale, Davide Cassani, ha parlato al funerale e ci ha fatto piangere, ma alle mie richieste in ginocchio di una relazione tecnica ha detto no».

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