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Volley, il Trento è decimato dal Covid, il Padova dà l’ok per il rinvio: «Non era giusto giocare»

Sulla Gazzetta le parole del general manager della squadra veneta, un esempio di fair play: «Aiutiamoci l’un l’altro a uscire fuori da questo momento».

Volley, il Trento è decimato dal Covid, il Padova dà l’ok per il rinvio: «Non era giusto giocare»

«Ora non è il momento di guardare solo al risultato sportivo, è il momento di usare buon senso».

Sono le parole di Stefano Santuz, general manager del Padova Volley, che ha acconsentito al rinvio della partita con l’Itas Trentino, in programma domenica scorsa, perché la squadra avversaria era decimata dal Covid. Non aveva nessuno dei due palleggiatori titolari: contagiati entrambi.

Così il Padova ha teso la mano agli avversari. Un gesto di fair play che fa notizia, anche alla luce di quanto accade di continuo nel calcio ma in tutto lo sport in generale. Tanto più che il Padova, come sottolinea la Gazzetta dello Sport, terzultima in classifica e reduce dalla sconfitta in casa, lotta per evitare la retrocessione, mentre l’Itas Trentino è una squadra allestita per il vertice. Una vittoria a tavolino avrebbe fatto comodo ai veneti.

Santuz spiega:

«Già lunedì nella riunione dei dirigenti di Lega avevo fatto presente la mia posizione. Giovedì, dopo aver visto la partita con Vibo, ho mandato un messaggio whatsapp ai dirigenti di Trento per far sapere che per me si poteva rimandare la gara. Non è una situazione che si può paragonare ai normali infortuni di gioco, va affrontata in maniera diversa. Bisogna essere più razionali e fare un passo indietro rispetto al risultato sportivo. Viviamo appesi a un tampone. L’abbiamo provato anche noi, abbiamo avuto un falso positivo con tre giorni di fila di controlli. È difficile ragionare di sport così».

Il manager parla del regolamento. E’ stato approvato quando non era nemmeno prevedibile la seconda ondata.

«Qualche errore è stato fatto ma in buona fede e da un punto di vista sportivo non mi sembrava giusto giocare tutto qui. Poi finora 4-5 squadre sono rimaste sostanzialmente fuori da questo giro di contagi ma siamo sicuri che fra dicembre e gennaio non ci siano altri casi? Spero di no per carità, non lo auguro a nessuno, quello che vorrei far capire è che la situazione è straordinaria e la Superlega deve andare avanti, deve giocare anche per dare un segnale di speranza. Abbiamo tutte le giovanili ferme, dobbiamo fare
i conti con questa situazione tutti i giorni, quindi secondo me fermarsi al risultato sportivo individuale non è abbastanza. Aiutiamoci l’un l’altro a uscire fuori da questo momento poi vediamo cosa fare».

 

 

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