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Il Giornale: Napoli saluta Diego con un dramma di massa, Vicenza saluta Paolo Rossi con dolore composto 

Diego e Paolo mettono a nudo le due anime del Paese: “un arrembaggio di massa che disegna un’Italia più folkloristica”, e Vicenza che rappresenta “una essenza lavorativa”, “con idee e comportamenti metropolitani”  

Il Giornale: Napoli saluta Diego con un dramma di massa, Vicenza saluta Paolo Rossi con dolore composto 

“Nella lunga strada quieta, alberata, ricca di presenze rade, che non è controsenso in tempo di Covid, e che porta al vecchio stadio Menti, pareva fossero tutti lì, distanziati come vuole l’ordine pubblico, in attesa del nero macchinone che trasportava Paolo Rossi: non avvolti uno sopra l’altro come sarebbe capitato a Napoli“.

Lo scrive Riccardo Signori su Il Giornale commentando le immagini della veglia funebre per Paolo Rossi, a Vicenza. Oggi, scrive, ci saranno i funerali, alla presenza dei vecchi compagni di squadra di Pablito.

“Ingresso solo per inviti. Inviti appunto, non arrembaggio di massa che disegna un’Italia più folkloristica“.

Signori mette in contrapposizione quelle che definisce le due anime del Paese.

Abbiamo visto Napoli riesplodere tra fuochi d’artificio, ammucchiate selvagge, pianti senza mascherina, cortei senza limiti, trasgressioni al senso civico di un mondo ora diverso da quello illustrato dal suo idolo. Oggi c’è paura a baciarsi ed abbracciarsi, vivere e morire tintinnano di un suono diverso. Eppure Napoli è tornata argentina senza paura, qualcuno ha detto senza rispetto per i morti che contiamo giorno dopo giorno. Ma quella è Italia, questa è Italia“.

Dall’altro lato, le celebrazioni per Paolo Rossi. A Prato ci sarà una bandiera italiana ad ogni balcone, una commemorazione “molto intimista”. Vicenza “non lascerà zampillare fuochi d’artificio se non quelli del cuore e del pensiero”.

Vicenza, il Veneto, sono vive, ricche non solo economicamente, rappresentano una essenza lavorativa, non metropoli ma esistono idee e comportamenti metropolitani“.

In città ieri, davanti allo stadio, “sfilavano tifosi in ordinato silenzio”, mentre sventolavano striscioni con la semplice scritta “Rossi gol”. I vicentini, scrive Signori,

“accompagneranno Pablito ricordando, a noi tutti, che i grandi dolori sono muti”.

Uno svizzero, continua,

“potrebbe dirci: sicuri che sia sempre Italia?”.

Sì, dice.

“Dunque ringraziamo Diego e Paolo ancora una volta: ci hanno fatto divertire e ricordato che, comunque lo si guardi, questo Paese ha facce inconfondibili“.

 

 

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