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Altro che Fondo Elliott, i veri proprietari del Milan sono due napoletani

Un’inchiesta del Corsera ripresa da Dagospia rivela che Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo posseggono la maggioranza delle azioni del club tramite una società lussemburghese

Altro che Fondo Elliott, i veri proprietari del Milan sono due napoletani

Quando si parla di proprietari del Milan si fa sempre riferimento al Fondo Elliott di Paul Singer. Ma esistono due documenti, un bilancio e una comunicazione antiriciclaggio, che invece dicono un’altra cosa: la quota di maggioranza delle azioni del club rossonero appartengono alla lussemburghese Blue Skye, di due finanzieri napoletani, Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo. La ricostruzione è del Corriere della Sera, fa parte di un’inchiesta di Report che andrà in onda lunedì prossimo su Rai 3, ed è stata ripresa da Dagospia.

Un rebus finanziario, difficile da risolvere anche per gli esperti. Il fondo americano ha sempre fatto sapere in via non ufficiale di possedere il 95% del Milan. Ma questi documenti in mano al Corriere della Sera sembrano smentirlo.

“È ovvio – scrive il quotidiano – d’altra parte che i due finanzieri napoletani, per quanto benestanti, non abbiano risorse economiche tali da caricarsi sulle spalle il Milan. Dunque, ci sono patti riservati con il fondo speculativo di New York? Perché una società del Delaware ha in pegno una parte del «pacchetto» Milan di Cerchione e D’Avanzo? Ci sono soci occulti?”.

Il documento di bilancio di Blue Skye depositato a novembre riguarda i conti del 2017, e racconta che già alla fine di quell’anno il 51% di Project Redblack, oggi controllante del Milan, è posseduto da Blue Skye. E anche un’altra società dei due finanzieri napoletana, la Luxembourg Investment Company 159, “è entrata nella partita Milan sia con strumenti ibridi di debito sia rilevando una piccola quota di Project”.

In quella fase – si legge su Dagospia – Project ha solo prestato i soldi a Yonghong Li per comprare il Milan da Silvio Berlusconi (aprile 2017) ottenendo come garanzia lo stesso Milan. Ma poi nel 2018 mister Li finisce i soldi che non aveva e Project passa all’incasso della garanzia diventando proprietaria del club. Dunque già tre anni fa l’assetto ufficiale e formale era Blue Skye al 51% circa (cioè 6001 azioni) e l’hedge fund di Singer al 49% (5.999) della società che controllerà il Milan.

Però il 10 aprile 2017 (tre giorni prima del closing Berlusconi-Li) spunta un «security agreement» firmato dai due finanzieri partenopei con gli americani, in base al quale Blue Skye dava in pegno alla società King George del Delaware, controllata da Elliott, gran parte della sua quota: circa il 46%.

Ecco il 95% ufficioso di cui parla Elliott. Avere titoli in garanzia – si legge ancora – non significa però averne la proprietà.

C’è poi la comunicazione obbligatoria antiriciclaggio e antiterrorismo, dalla quale risulta che Paul Singer, è il beneficiario effettivo e quindi titolare del 49% del capitale (49,99% per l’esattezza), in quanto proprietario del fondo Elliott. Salvatore Cerchione, residente ad Abu Dhabi è il titolare di poco più del 25% (25,0042%), così come Gianluca D’Avanzo, “residente oggi nel Regno Unito ma fino a non molto tempo fa a Magdalenka Mazowieckie, paesino polacco di 2 mila abitanti”.

E dunque Cerchione e D’Avanzo hanno la maggioranza del club. “Ciò detto, è indiscutibile che una serie di prerogative di governance e gran parte dei soldi siano di Elliott, denaro proveniente dal patrimonio (41 miliardi di dollari complessivamente) gestito per conto dei suoi clienti istituzionali (fondi pensione, enti pubblici, fondazioni, grandi famiglie, stati federali Usa ecc)”.

“E’ tutto molto strano – conclude Dagospia – Non si capisce perché Elliott abbia sborsato centinaia di milioni per sostenere e valorizzare un’azienda, dovendone rispondere ai propri investitori, senza prendersi la maggioranza assoluta, e stop”.

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