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Osimhen: «Il calcio è l’unica speranza di vivere una vita dignitosa, per me e la mia famiglia»

L’attaccante si racconta in un video: «Da piccolo lottavo per sopravvivere, il calcio era la mia unica possibilità»

Osimhen: «Il calcio è l’unica speranza di vivere una vita dignitosa, per me e la mia famiglia»

Victor Osimhen si racconta. Lo fa in un video pubblicato su Twitter dal Napoli. Un video in cui ripercorre le sue origini, spiega cosa rappresenta per lui il calcio. E ringrazia i tifosi napoletani, responsabili al 70% del suo sì all’azzurro.

“Sono cresciuto in un posto chiamato Olusosun. Sono cresciuto in un ambiente molto umile, è stato molto difficile per me. Mia madre è mancata quando ero molto giovane. Tre mesi dopo la morte di mia mamma, mio padre ha perso il lavoro. E’ stato un periodo molto difficile per me, per i miei fratelli e le mie sorelle. Dovevo andare a vendere acqua nelle strade trafficate di Lagos per poter sopravvivere. Io e i miei fratelli. E’ stato molto difficile, così come il posto da cui sono venuto. E’ un luogo dove non c’è speranza, dove nessuno ti dice di credere in te. Faccio tutto questo perché credo che il calcio sia l’unica speranza per me e la mia famiglia, per poter vivere una vita dignitosa. Il posto in cui sono cresciuto… se chiedi alle persone del luogo, ti avrebbero detto che non sarebbe uscito nulla di buono dalla famiglia di Victor. Sono felice di dove sono ora, ho imparato a non abbattermi e a credere in me stesso. Ho visto mio padre faticare nella vita. Penso che questo mi abbia insegnato molto durante la mia crescita.

La mia infanzia è stata dura, a differenza di altri bambini, che magari se la godono. Io, al contrario, lottavo per sopravvivere. Ero impegnato a guadagnare da vivere, per me e la mia famiglia. Sono andato via di casa che ero molto giovane. Vivevo in mezzo al traffico di Lagos, cercando di fare lavoretti come tagliare l’erba, fare commissioni per altre persone, prendere l’acqua per i vicini per guadagnare qualche soldo per mangiare e aiutare la famiglia. La mia infanzia è stata dura, non c’è nulla che mi sia piaciuto veramente. Era sempre una lotta. E questo mi ha aiutato a diventare quello che sono diventato.

Sono cresciuto guardando giocare Didier Drogba, è stato un esempio per me. Un giorno mi stavo allenando e mia zia mi ha chiamato chiedendomi se sapevo chi le ricordavo. Mi ha detto di andare a vedere come giocava Didier Drogba. Lì mi sono innamorato del suo modo di giocare e del tipo di persona che è. Da quel momento vedere giocare Drogba ha avuto un impatto importante sul mio gioco e mi ha aiutato molto. Per me essere qui è un sogno che è diventato realtà. Se qualcuno mi avesse detto tre anni fa che avrei giocato in una delle squadre più importanti del mondo non ci avrei creduto perché ho trascorso dei momenti difficili a Wolfsburg, sono stato rifiutato da due squadre belghe, poi sono stato reclutato dallo Charleroi. La mia vita era parecchio stressante all’epoca. Circa tre anni fa.

Se qualcuno mi avesse detto che avrei firmato per il Napoli avrei risposto che sarebbe stato impossibile. Ora credo che nulla sia impossibile. Ho continuato a lavorare e a fare le mie cose. E ora sono qui. E’ un sogno che si avvera e sono grato per questo. Il mio sogno è vincere il premio per il miglior calciatore africano dell’anno. Devo fare ancora molta strada e sto lavorando per questo obiettivo. Penso di essere sulla strada giusta. Non sarà semplice, ma, come persona, avere una mia famiglia sarebbe un sogno. Ma ho ancora molte cose da fare quindi ora non ci penso. Il calcio è l’unica cosa che ho in testa ora. Voglio concentrarmi su questo qui al Napoli. Ci sono molte aspettative su di me e farò di tutto per essere all’altezza.

Ancora prima di firmare con il Napoli era come se facessi già parte della squadra. Moltissimi tifosi del Napoli mi scrivevano e mi parlavano della città. Io leggevo tutto. Mi dicevano che la città era bella, che la gente è meravigliosa. Non credo che a Napoli esistano persone razziste, non ho mai visto nulla del genere da quando sono arrivato. Quando sono arrivato a Napoli è stato fantastico vedere la passione della gente per il calcio. Il Napoli è la loro vita e i tifosi darebbero qualsiasi cosa pur di vedere la loro squadra vincere. Penso di poter ricambiare e dare loro quello che vogliono per essere amato ancora di più. Voglio salutare i tifosi del Napoli e ringraziarli per avermi spinto a fare questa scelta. Mi avete accolto benissimo. Prima di arrivare mi avete mandato messaggi, taggato nelle foto, nei video, mostrandomi la vostra bellissima città, ancora prima che venissi qui. Penso che il 70% del lavoro per farmi venire qui lo abbiate fatto voi. Vi sono grato e spero di rendervi orgoglioso dando tutto quello che ho per avere il vostro sostegno.

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