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Le Regioni chiedono lo stop ai tamponi agli asintomatici. Crisanti: «Sarà una catastrofe»

Su Repubblica, il contact tracing è saltato e le Regioni cercano soluzioni alternative, ma il virologo tuona «La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette»

Le Regioni chiedono lo stop ai tamponi agli asintomatici. Crisanti: «Sarà una catastrofe»

Il contact tracing è saltato, le Asl non riescono più a risalire ai contatti dei positivi per testarli e provare a risalire alla catena dei contagi, proprio per questo, riporta Repubblica, le Regioni hanno scritto al ministro alla Salute Roberto Speranza per proporre di cambiare le regole sui test, permettendo a chi è in crisi a causa dei troppi positivi di non fare il tampone, molecolare. L’orientamento è quello di incrementare invece il contact tracing tramite l’assunzione di nuovo personale e il coinvolgimento diretto dei medici di famiglia. La proposta che arriva da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della conferenza delle Regioni, è quella di isolare i contatti diretti di un positivo e di sottoporli a tampone solo nel caso in cui sopravvenissero sintomi. Se dovessero restare asintomatici per tutta la durata della quarantena  il tampone rapido antigenico o quello molecolare  si eseguirà allo scadere del decimo giorno di isolamento.

Contro questa proposta Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, che a Repubblica spiega

«Escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. Sono irresponsabili».

Il tracciamento è fondamentale nella lotto contro il coronavirus

«La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette»

Non basta mettere in quarantena i contatti e fare il tampone al decimo giorno se sono asitomatici

«Bisogna spezzare subito la catena dei contagi. Servono diagnosi con i test molecolari, integrazione con strumenti informatici per il tracciamento e logistica per consentire alle persone di accedere ai test. Se ho il dubbio di essere positivo devo poter fare il tampone subito e, con me, tutti coloro con cui sono venuto in contatto negli ultimi 5 giorni».

La richiesta delle Regioni secondo Crisanti nasce dalla loro incapacità di portare avanti il tracciamento e fare i tamponi a tutti

«Oggi siamo in questa situazione perché da maggio a settembre nessuno ha saputo mettere in piedi un piano come quello della Cina»

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