Il giurista Pellegrino al CorSport: «Agnelli dicendo che la Asl di Torino a parti invertite non sarebbe intervenuta, ha espresso un giudizio di valore molto duro, a mio avviso».
Il Corriere dello Sport intervista il giurista Gianluigi Pellegrino sulla sentenza del Giudice Sportivo per Juventus-Napoli. Commenta l’operato dell’Asl di Napoli alla luce del protocollo della Figc, che prevede che i calciatori possano continuare a giocare se il loro tampone è negativo, anche se in squadra ci sono dei contagiati.
«La deroga vale per i tesserati e non si possono lamentare se poi si contagiano perché partecipando al campionato l’hanno accettata, ma per il dipendente dell’aeroporto ad esempio no. E la Asl si preoccupa dei cittadini, non guarda se uno è calciatore, pilota o hostess. Qualcuno avrebbe potuto correre dei rischi entrando a contatto con persone che dovevano stare in isolamento».
Una cosa possibile da fare sarebbe stata quella di invertire la partita, dice.
«Poteva prevedersi che in tal caso dovesse essere la Juve ad andare dal Napoli».
Sulle possibilità di vittoria del Napoli in appello:
«Il Napoli potrà vincere in appello se proverà che alle ore 14.15 di domenica poteva ancora organizzare la trasferta, rendendo così decisiva la causa di forza maggiore della quale il giudice sportivo ha preso atto».
Si può arrivare al Tar?
«Il Tar ha giurisdizione se la controversia esula dalle regole sportive, qui siamo al limite».
La Juventus non si è costituita in primo grado. Pellegrini commenta la scelta dei bianconeri.
«Vuole essere un gesto di stile per dire “decidano i giudici se ho vinto o meno”. Agnelli dicendo che la Asl di Torino a parti invertite non sarebbe intervenuta, ha espresso un giudizio di valore molto duro, a mio avviso».